Istruttiva la lettura di “la Repubblica” di Domenica. L’editoriale di Eugenio Scalfari è intitolato “senza appoggio popolare la sinistra diventa un inutile club”. Nel testo egli scrive, fra l’altro, che è in vista (se saranno approvate legge elettorale e riforma del Senato) una “democratura”, cioè un sistema che ha l’apparenza, non la sostanza, della democrazia parlamentare.
Nello stesso giornale c ‘è una pagina dedicata da Francesco Merlo al “Kamasutra dei cacicchi”, una rassegna di quello che sta accadendo in tutta Italia in vista delle elezioni regionali e comunali di maggio (le province ci sono ancora, ma non si vota: come accadrà nel Senato voluto dal PD). Egli scrive che “i territori locali si confermano il regno dei notabili irrottamabili che usano i partiti come taxi”, a destra, al centro e a sinistra.
Se un quotidiano non certo pregiudizialmente ostile a Renzi scrive queste cose, vuol dire che esiste un problema serio di tenuta democratica. In effetti, nel sistema politico italiano sta venendo a compimento una degenerazione in atto da tempo.
Alla base è la destrutturazione dei partiti politici, almeno come intesi dall’art. 49 della Costituzione (libere associazioni di cittadini per concorrere a determinare la politica nazionale). Le cause sono molteplici, e una manifestazione non secondaria è il trasformismo parlamentare, con cambi di schieramenti di singoli e di gruppetti che non ha precedenti nella storia italiana. E non parliamo della dilagante corruzione…
Lo scenario che si prospetta è un nuovo aumento dell’astensionismo, il PD come forza dominante a coagulo degli interessi (Stefano Fassina ha parlato di una “deriva centrista-plebiscitaria”), le opposizioni divise e destinate all’irrilevanza. Ciò determinerebbe, in assenza di un’alternativa, il perpetuarsi di un sistema di potere sostanzialmente allineato alle politiche imposte, per il tramite delle istituzioni europee, dal potere economico e finanziario sovrannazionale.
E la sinistra? Purtroppo sta messa male. Dopo l’iniziativa “Human Factor” di Sel, e l’assemblea di Bologna della lista Tsipras, sembrava che stesse prendendo corpo l’idea di procedere all’unificazione delle forze politiche a sinistra del PD, premessa indispensabile per ogni futura più ampia proposta politica.
Ma nessun passo avanti è stato fatto (Sel si è limitata ad ampliare ad alcune persone la sua Assemblea nazionale di 300 membri). Per le regionali vi è qualche positiva novità (in Liguria e in Campania, in particolare), ma nell’insieme manca, soprattutto, l’individuazione dei valori e delle idee-forza della alternativa (l’attuazione dei principi costituzionali, la soggettività politica del lavoro, l’iniziativa comune con le sinistre di altri paesi – non solo Grecia e Spagna – per la ridefinizione del rapporto con l’Unione europea).
La coalizione sociale della Fiom è la novità certamente più interessante. Ma rimane irrisolto (anche se mi rendo conto che c’è un problema di modi e tempi) il nodo della rappresentanza istituzionale di un’alternativa di sinistra. Senza una soddisfacente risposta a questo ineludibile tema, c’è il rischio che si ripeta quanto è accaduto più di una volta nell’ultimo ventennio: la forza dei movimenti riassorbita dal sistema politico-istituzionale.
È peraltro in vista un appuntamento importante. Se le cose andranno come (purtroppo) sembra, nel 2016 si terrà il referendum sulla controriforma costituzionale. La sinistra dovrà far sentire la sua voce, dovrà avere la capacità di collegare questione democratica e questione sociale. Un compito non facile, ma sul quale occorre da subito cominciare a riflettere e ad operare, come sta facendo il “Coordinamento per la democrazia costituzionale”, organizzato da Domenico Gallo e Alfiero Grandi.
Mi auguro vivamente che l’articolo di Salvi non esaurisca o quanto meno non rappresenti, nemmeno in parte, il pensiero della Fondazione Nenni
Fraterni saluti
Silla Cellino Firenze
L’ha ribloggato su Sinistra Newse ha commentato:
“Senza appoggio popolare la sinistra diventa un inutile club”