Tempo addietro il Califfato di Boko Haram minacciò la conquista di Roma da parte dei suoi miliziani. Mi sembrò un caso di esaltazione. E invece era l’annuncio di un progetto.
Il ministro degli esteri Gentiloni ha rivelato a mezza bocca che gli estremisti islamici che stanno prendendo possesso di parte della Libia, compresa Tripoli e la costa mediterranea dalla quale partono i barconi dei disperati verso l’Italia, progettano di confondersi tra gli emigranti, sbarcare in Italia e operare nel nostro paese e negli altri paesi di Schengen.
Io sono stupefatto di fronte all’incoscienza dei governi europei e di quello italiano in particolare. I terroristi infiltrati e confusi con i migranti nei barconi sbarcherebbero in Italia e opererebbero qui – ecco il proclama di Boko! – e in altri paesi . Qualcuno ha obiettato: ma le armi sarebbero scoperte nei barconi dalle forze dell’ordine italiane. Obiezione ridicola: come si sono procurati i kalashnikov i terroristi che hanno compiuto la strage in Francia?
Fino a qualche tempo fa era la marina italiana che pattugliava (Mare nostrum) il mare libico di fronte alle coste. Poi finalmente abbiamo ottenuto l’intervento europeo, meno efficace perché consiste in qualche nave che pattuglia il Mediterraneo, ma in alto mare. Insomma il progetto dei terroristi islamici è tutt’altro che campato per aria.
Il premier Renzi è stato per sei mesi presidente dell’Unione europea: che cosa ha fatto? Niente. Ora che il governo è a conoscenza dei piani dei terroristi che cosa fa, ministro Gentiloni?
Evidentemente non basta pattugliare il Mediterraneo. Bisogna impedire sulle coste libiche la partenza di barconi. Con Gheddafi, di infausta memoria, si poteva forse arrivare ad un accordo per regolare congiuntamente le migrazioni (forse Berlusconi ci stava tentando). Ora è impossibile: dobbiamo rimpiangere Gheddafi? E allora occorre liberare la Libia, specie il nord e Tripoli dagli estremisti islamici. Gli Stati Uniti sono intervenuti in Irak contro l’Isis – seppure in modo non risolutivo -. Possibile che l’Europa si rifiuti di intervenire contro un pericolo ben più grave perché diretto contro di essa? E l’Italia non crede che può essa prendere l’iniziativa? Non si tratta più di fermare l’esodo di povera gente ma di impedire che il piano terrorista abbia attuazione. Ma non vorrei che tra poco tempo pagheremo un prezzo altissimo alla nostra imprevidenza. Poi scenderemo in piazza in due milioni, come a Parigi, contro i criminali di Charlie Hebdo.
Giuseppe Tamburrano