Renzi ha dichiarato che è stato lui a inserire la norma del 3 per cento (ormai sappiamo di che cosa si tratta!) e che la ripristinerà rinviando alle Camere il decreto legislativo “dopo l’elezione del Presidente della Repubblica” (per avere in mano un elemento di pressione su Berlusconi in ordine alla elezione?).
Interpellati i possibili responsabili della modifica del decreto, tutti si sono chiamati fuori salvo Renzi che si è assunto il potere di modificare i decreti: il potere di “sciogliere o legare” della Chiesa.
Assumiamo che la mossa di Renzi sia una “furbata” resta aperto un problema che nessuno, per quel che ho letto, ha sollevato: la sentenza di assoluzione su Ruby è stata impugnata dal Procuratore generale di fronte alla Cassazione: la quale può confermarla lasciando Berlusconi nello status attuale oppure riaprire il procedimento di fronte ad un’altra Corte di appello. Dunque il rientro di Berlusconi nella piena agibilità politica è ancora sotto la spada di Damocle della magistratura, qualunque favore gli faccia Renzi in nome del Nazareno.
Passo ad un altro argomento che mi riguarda personalmente e quasi la metà del corpo elettorale (circa 20 milioni di elettori): l’astensione.
Alcuni compagni che commentano i miei articoli mi hanno rimproverato di essere astensionista: sapessero con quanta pena io lo sono. Ma il voto non è solo un dovere civico, è anche, soprattutto, l’adesione ad un progetto politico, ad un programma. Orbene invito questi compagni a indicarmi una lista che possa meritare il voto di un socialista. E dunque io vengo meno ad un dovere civico per non rinunciare al mio diritto etico-politico di sostenere una forza nei cui programmi e nei cui principi io mi riconosca almeno al 51 per cento.
Ormai tra astensioni, schede bianche e nulle quasi la metà degli elettori non hanno fiducia nei partiti politici.
Questi compagni e amici invece di rimproverarmi l’astensionismo perché non si interrogano tutti insieme che cosa possiamo fare per far risorgere il sol dell’avvenire?
Purtroppo ha ragione presidente. Uno sguardo al panorama politico: ci sono fin troppe destre (Berlusconi, Grillo, Salvini… spesso Renzi) e fateci caso sono leader di forze politiche con l’uomo solo al comando e cioè il peggio della seconda repubblica. Poi c’è la sinistra Pd, che abbaia ma non morde, spesso anacronistica e con quella venatura antisocialista (forse non di tutti) che ce la rende antipatica. Su qualche sporadico argomento (giustizia sociale, lotta all’evasione fiscale) si può guardare anche più a sinistra, ma siamo lontani da quel 51% di cui ci parla. Poi io sono credente (praticante) e ovviamente su determinati argomenti ho le mie idee, che non sono proprio radicali. Rimane il Psi, al quale sono iscritto, ma spesso sembra troppo appiattito sul Pd a livello nazionale, a parte la disparità di consensi, quanto sia immobile a livello locale (anche se comprendo le difficoltà di un piccolo partito) e comunque sulla scheda non lo vediamo da un po’. Tirando le somme si torna al punto di partenza: difficile, purtroppo, votare così. Saluti socialisti!