Ma io citando Salvemini non pensavo a Berlusconi ma a Bush. Il quale si gode le sue ricchezze e la sua “reputazione” tranquillamente. Eppure è il caso esemplare a cui penserebbe oggi Salvemini.
Ha imposto la guerra in Iraq contro il parere dell’ONU sostenendo che Saddam Hussein nascondeva enormi quantità di “strumenti di distruzione di massa”. Se non ricordo male Saddam usò – qualche anno prima – i gas contro i curdi nella guerra contro l’Iran: ma lo rifornì l’America. Bush “impose” la guerra contro il despota Saddam. E la vinse rapidamente con l’aiuto di alleati tra cui , sebbene in posizione marginale, l’Italia. Cercò, o fece finta, di cercare i “micidiali strumenti di distruzione di massa” in tutto il territorio iracheno e non ne trovò l’ombra. La presenza militare americana non stroncò la guerriglia di fazioni che ha mietuto un numero altissimo di vittime, anche tra gli stessi americani.
L’occupazione è finita. Al governo resta – sembra – Nuri-al-Maliki, leader della minoranza sunnita e “la guerra civile sciito-sunnita si è fatta sempre più cruenta” come scrive Cremonesi sul Corriere del 1° maggio. Inoltre è sempre più ampia l’infiltrazione di militanti di Al Qaeda.
Questo è il bilancio di politica estera dell’amministrazione del signor Bush, il quale si gode le ricchezze famigliari e gli “onori” dovuti ad un ex Presidente. Ah, ingenuo Salvemini!.