Vi sono due enormi problemi umani e sociali, ai quali abbiamo già accennato , che non si risolvono perché prevale il disinteresse per non dire il cinismo. Il problema dei rifugiati e quello delle carceri. Circa il primo abbiamo già detto che quella povera umanità in maggioranza non cerca di sbarcare in Italia per restarvi: i barconi si dirigono verso le coste italiane poiché sono le più vicine, ma molti migranti sono diretti verso altri paesi europei. Dunque questo è un problema europeo che deve essere affrontato dall’Europa. L’Italia invece di “pigolare” ed essere additata come responsabile dell’atroce destino di chi muore in mare, o è affollato in “centri” evitati anche dai topi e affronta la sua odissea nel modo più disumano , faccia la sua parte con fermezza in Europa perché, ripeto, questo è un problema europeo e va affrontato dall’Europa. Noi invece dopo le ultime due tragedie abbiamo dovuto trovare fondi-con questa crisi!- per pattugliare il Mediterraneo!
Il Governo chieda con urgenza una decisione europea, che coinvolga tutti i paesi interessati a rendere comune il problema. A mo di esempio si potrebbe costruire, col consenso delle autorità locali, centri di accoglienza umani all’imbarco dove i migranti potrebbero trattare la loro “pratica” ed essere quindi imbarcati e trasportati nei luoghi di destinazione. Una iniziativa del genere fu avviata in passato: ma c’era Gheddafi.Forse potrebbe essere più agevole oggi?
I modi possono essere diversi, ma è indecoroso che non si dedichi a tanti fratelli il decimo del tempo dedicato al 3% del deficit.
L’altro problema riguarda le carceri, sollevato dal capo dello Stato con la richiesta della grazia e dell’indulto. Capisco le perplessità. Ma non capisco perché non si usano tanti edifici pubblici inutilizzati o sottoutilizzati per ristrutturarli e farne istituti penitenziari: insieme con il tragico problema della sovrappopolazione carceraria si concorrerebbe ad alleviare il non meno tragico problema dell’occupazione.
Le soluzioni dei problemi si trovano, ma bisogna cercarle.
Giuseppe Tamburrano