Un grande intellettuale

silone“In capo a tutti c’è Dio, padrone del cielo. Poi viene il principe di Torlonia, padrone della terra. Poi vengono le guardie del principe. Poi vengono i cani delle guardie del principe. Poi, nulla. Poi ancora nulla. Poi vengono i cafoni. Si può dire ch’è finito(Fontamara)”. Il volume realizzato dall’Archivio storico della Camera dei Deputati, nasce da un’idea della Fondazione Nenni per ricordare Ignazio Silone (pseudonimo di Secondino Tranquilli) e annoverarlo tra le figure politiche e culturali più importanti del novecento italiano. È una bella pubblicazione, ricca di contributi, ideale per chi vuole immergersi e farsi trascinare nell’affascinante mondo dell’intellettuale abruzzese (nacque a Pescina, in provincia de L’Aquila nel 1900) , un viaggio attraverso testimonianze, documenti inediti, ricostruzioni storiche, aneddoti di siloniani come Granati, Falcetto, Tamburrano, Ajello, Moscardelli, Soave e Ferri.Silone non è solo l’autore di Pane e vino (1936) La volpe e le camelie (1960), Uscita di sicurezza(1965), L’avventura d’un povero cristiano (1968) e Fontamara (1933 ), (quest’ultima Trotzkij la definì una grandissima opera di propaganda antifascista “la passione rivoluzionaria qui si innalza ad altezze tali da dar vita ad una vera opera d’arte”); nel saggio emerge il Silone politico, lo studioso della questione meridionale, interprete non tanto dei problemi sociali(come Salvemini) ma dell’animo dei contadini del Sud, della Marsica o, forse ancora più esattamente, del contadino, di quella umanità rassegnata che accetta quasi sempre passivamente la prepotenza del padrone, e qualche volta esplode nella rabbia omicida. Silone è “il cantore dei contadini” come lo definisce lo storico Tamburrano. Il saggio si apre con un’accurata biografia di Gianna Granati; una biografia necessaria, che ricostruisce, con l’ausilio di importanti documenti archivistici, le vicende, spesso drammatiche, della sua vita, dal terremoto nella Marsica, in cui Silone perse la madre, alla tragica uccisione del fratello Romolo, torturato dai fascisti, in cui si rimprovera di essere stato il responsabile del tragico destino del fratello, “fu a causa mia che morì innocente a ventotto anni, colpevole solo di essere mio fratello”. Un dramma questo che a Giuseppe Tamburrano ricorda la tragedia capitata ad un altro grande socialista: Nenni il quale era certo che se lo avesse chiesto al suo vecchio amico Mussolini avrebbe salvato sua figlia Vittoria prigioniera ad Auschwitz ma non lo contattò perchè ciò avrebbe significato abiurare alla propria fede antifascista (Tamburrano nel suo scritto riporta un appunto inedito trovato nell’Archivio della Fondazione Nenni). Il filologo Bruno Falcetto sottolinea che i temi della sua riflessione sono attuali: “saper vedere lo sfruttamento, il dolore e saperlo denunciare”. Lo storico Sergio Soave fa un prezioso ritratto del poco conosciuto Silone comunista (di cui si conservano poche tracce del suo pensiero) i suoi tormenti, le sue difficoltà ad aderire a principi totalitaristi, divenendo con il tempo un severo critico del comunismo. Silone, “socialista senza partito”, un intellettuale democratico e non allineato che gli costò l’isolamento negli anni in cui era egemone lo stalinismo. Emozionante il ricordo della cugina Maria Moscardelli che ritrae Silone nel suo quadro familiare, mentre lo storico Ajello, recentemente scomparso, amico e collaboratore della Fondazione Nenni, analizza Silone l’eretico, che per quindici anni, fino al crollo del regime di Mussolini, “sarà un esule a doppio titolo: dal fascismo e dal comunismo”. Tra i ricordi più suggestivi vi è quello che rimase impresso nella mente del giovane socialista Mauro Ferri che al Congresso del PSI di Arezzo ascoltò Silone ricorrere al Vangelo per spiegare la differenza tra il PCI e il PSI, un testo che nulla aveva a che fare con il dibattito partitico e correntizio: “mentre i giudei chiedono miracoli, i greci cercano la sapienza”(Prima lettera di San Paolo ai Corinzi, versetto 1.23). Un accurato lavoro della Fondazione Nenni, un tributo affettuoso, un giusto riconoscimento ad un grande intellettuale italiano di grandissima umanità che morendo ha chiesto di essere seppellito a Pescina, sua città natale, convinto forse che “le radici dell’anima, trapiantate altrove, non potessero vivere”. Per chi vuole approcciarsi al complesso mondo siloniano qui troverà tutti gli stimoli. Parlando di Silone è giusto ricordare uno dei grandi protagonisti della nostra storia culturale e cinematografica, il regista Carlo Lizzani, che ci lascia in eredità il film Fontamara e un immensa opera cinematografica.

Il volume sarà presentato il 16 ottobre alle 10.30 presso la Biblioteca della Camera e vedrà la partecipazione di Giuseppe Tamburrano, Sergio Soave, Bruno Falcetto e Sebastiano Vassalli.

silone copertina libroUn giornata per valorizzare gli insegnamenti di Silone e la sua strenua volontà di non rinunciare mai ad impegnarsi per un mondo migliore!

Antonio Tedesco

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

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