Vorrei capire

Provo sempre più difficoltà a occuparmi di politica. Non penso di iscrivermi ad un partito – quello che vorrei (il socialista) non c’è – ma a prendere interesse alle cose della politica.

Perché? Perché sono troppo complicate? No, come “politologo” dovrei capirci. Anzi a rifletterci bene sono troppo semplici: sono determinate, rette da elementari interessi personali e di gruppo. E’ qualunquismo?  No, è realismo. Quando il qualunquismo dominava erano vivi i valori della Resistenza e governavano uomini che erano guidati da interessi generali e si erano sacrificati per essi. Tutto ciò è semplicemente sparito: uomini e idee. E io che sono socialista in quel mondo – rinnovato – vorrei militare.

Ogni mattino prendo il giornale, tento di leggerlo ma mi addormento.

La politica è la scienza (e l’arte) degli affari comuni della collettività. Che cosa trovate nell’azione e nelle parole di Monti, di Bersani, di Berlusconi, di Casini, di Montezemolo, di Vendola, nel nuovo giustiziere Ingroia? Trovate cose che provengano da un ideale, da una concezione di convivenza umana?

Nella prima Repubblica circolavano i Gelli e i Sindona; quanti uomini politici hanno intascato mazzette, quanti giudici e pubblici ufficiali sono stati corrotti! Quanti affari nei partiti erano dubbi. Ma c’era al di sopra di tutto la città, le sue mura, i suoi abitanti. Il mio comportamento non era determinato tanto da un bellissimo articolo di Nenni, quanto dal rapporto in cui esso si collocava con la lotta per una società, per uomini e donne migliori, con la difesa contro la minaccia impellente del comunismo per la salvaguardia della libertà. Vi erano ragioni serissime per informarsi, leggere il giornale e pensare ed agire conseguentemente. Oggi perché leggo il giornale e ascolto i telegiornali? Per conoscere le capriole di Monti, le furbate di Bersani, gli spettacoli di Berlusconi, le solite prediche “incazzate” di Casini, le contorsioni di Sant’Egidio.  Quali sono i fini, i presupposti, le idee generali, l’ “idem sentire de Republica” di costoro? C’è un aforisma giuridico latino che recita “ res inter alios acta, terteo necque nocet neque prodest” e di cui cioè il terzo se ne frega.

Oggi ho deciso di non leggere più i giornali, ma solo di sfogliarli rapidamente perché ho capito che di quello che raccontano a me non me ne po’ fregà de meno. Ma come! Rinasce Berlusconi perché allo spettacolo di Santoro si rivela un abile talk showman quale è sempre stato? E questa è politica?

Negli ultimi tempi mi era sembrato ci fosse una novità, un uomo nuovo: Matteo Renzi. Serio, combattivo, determinato. Non sempre ho condiviso i suoi programmi. Ma la sua mi è sembrata una crociata contro il vecchio: pulita, onesta. Mi sono detto: oltre alla Bindi dovrà rottamare l’identità del partito! Mi sono illuso che la sua via obbligata fosse verso il socialismo. Invece il suo motto non è stato “abbiamo perso, vuol dire che dobbiamo combattere ancora”. Sembra che si sia dedicato a trattare posti negli organigrammi.
Giuseppe Tamburrano

fondazione nenni

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