L’Italia ha un bicameralismo perfetto, ma la sinistra non lo sa: Monti sì -2-

La funzione politica del porcellum è rimasta intatta malgrado il suo fallimento come legge che assicurasse la stabilità governativa e favorisse il superamento della frammentazione partitica( mai avuti così tanti gruppi o sottogruppi parlamentari e partiti nominali e/o virtuali): due legislature, la XV^ e la XVI^ sono state prematuramente interrotte. L’agonia dell’ultima è stata prolungata grazie alla compravendita di parlamentari nel dicembre 2010 ( mozione di sfiducia respinta dalla Camera con 311 sì, 314 no e 2 astenuti) e dalla nomina del “governo tecnico” di Mario Monti  nel novembre 2011: alla faccia dello slogan che con la legge elettorale gli elettori scelgono chi li governerà! Misera e illusoria compensazione dell’esproprio di scegliersi i parlamentari, indifferentemente con collegi uninominali o voto di preferenza. La pretesa di conoscere la notte dello scrutinio il vincitore delle elezioni non è assicurata dalla legge elettorale che quindi è doppiamente ingannevole.  Come ha osservato il  costituzionalista. professor Augusto Cerri, nel testo di un appello ai giuristi democratici: “Oltre al premio di maggioranza, previsto nell’ottica di favorire la governabilità, sono previste anche robuste soglie di sbarramento che impediscono l’accesso alla rappresentanza di liste minori pur consistenti. Ciò sembra davvero eccessivo. Un solo strumento, valido ed efficace, viene dappertutto impiegato per favorire la governabilità. In questo caso si impiega una pluralità di strumenti fra loro quasi contraddittori: perché, se la maggioranza è solidamente garantita, non costituisce problema l’esistenza di variegate minoranze. È violato, dunque, il criterio della proporzionalità che vuole il minimo sacrificio di un valore costituzionale per garantirne un altro, nel caso, della rappresentatività per favorire la governabilità; si impone, invece, un sacrificio del tutto inutile.”

Ci sono altre contraddizioni, che pongono problemi di costituzionalità come le norme favorevoli alle liste di minoranze linguistiche, ma solo ad alcune di esse nelle Regioni a Statuto speciale e non a quelle riconosciute dalla L. 482/1999. Tali liste sono molto lontane dall’1% nazionale e quindi si dimostra che per la ratio della legge non è necessaria una consistenza minima del 2% per le liste coalizzate, a prescindere dalla violazione dell’art. 3 Cost., alla luce del quale non pare giustificato un trattamento di favore per minoranze linguistiche rispetto a ben più consistenti minoranze politiche( nelle elezioni europee è di lampante evidenza  la sotto rappresentazione della popolazione di territori dell’Italia Centrale, Meridionale e Insulare, più popolosi di Valle d’Aosta, Friuli V.G e Trentino Alto Adige, anche complessivamente considerati).Il diverso,  ma costituzionalmente obbligato ex art. 57, c.1 Cost., criterio di attribuzione del premio di maggioranza alla Camera e al Senato ulteriore conferma del carattere truffaldino della legge elettorale vigente, perché può teoricamente condurre ad una maggioranza di seggi al Senato di una coalizione che abbia complessivamente meno voti nazionalmente. Se non questo risultato paradossale è altamente probabile che ci sia una maggioranza  più ristretta, che in un Parlamento di nominati, cioè di parlamentari che non rispondono ad un corpo elettore di riferimento, si presta a pratiche trasformiste. Sul piano dell’attrazione dopo il voto sono meglio attrezzati Berlusconi, miliardario, e Monti, espressione di poteri forti  finanziari, italiani ed esteri, e clericali. La madre di tutte le battaglie è il Senato, ma la sinistra( so che molti vorrebbero espellere il PD dalla sinistra, in consonanza con settori del PD, ma senza una consistente parte del PD non c’è alternativa di sinistra possibile e in termini europei non si può sottovalutare il fatto, che il PD sia parte importante nel gruppo parlamentare europeo che comprende tutti i partiti del PSE ,e abbia un ruolo di rilievo, con la presidenza di D’Alema  nella FEPS, il coordinamento delle Fondazioni Socialiste Europee. Proprio il fatto che sia il Senato rende la sinistra meno avvertita. I leader politici della sinistra hanno in mente solo la Camera, per loro il Senato, come in parte il Parlamento Europeo sono un passo verso il prepensionamento politico. Se la sfida politica principale è con Monti e il centrismo perché possono mettere in discussione la premiership di Bersani( Casini è stato esplicito) la coalizione PD PSI SEL parte svantaggiata perché preconizza una convergenza con i democratici liberali e i moderati e perché questa area è presente all’interno dei partiti dell’alleanza, esclusa SEL. e in liste coalizzate, come quella Tabacci-fuoriusciti IdV( quest’ultima ha già messo in discussione un’autonoma presenza di una lista socialista, perché non vi è la garanzia di essere, comunque la miglio lista sotto il 2%). La legge elettorale imporrebbe un accordo a sinistra per evitare l’errore del 2001, che con altra legge elettorale sarebbe facilmente raggiungibile senza compromettersi politicamente, per esempio con desistenze concordate in collegi uninominali. In generale gli arancioni di De Magistris- Ingroia non possono prevedere di raggiungere nella maggioranza delle Regioni la soglia dell’8% e neppure di coalizzarsi raggiungendo il 20%, a meno che si federino con Grillo, come indicherebbe l’ultima mossa di Ingroia, politicamente sbagliata se si vuol spostare a sinistra l’asse politico del paese e che, comunque, avrebbe l’affetto di favorire il disegno di Monti di rendere ingovernabile il Senato senza un accordo con i centristi. Sbarrare il passo a Monti e alla sua Agenda dovrebbe essere il minimo comune multiplo di una sinistra appena decente in termini europei( ma anche di un Partito che ha conquistato la maggioranza relativa nelle urne), ma questo contrasta con i meccanismi imposti dal porcellum, che costringe a coabitazioni forzate( forze che dormono nello stesso letto, ma fanno sogni diversi, per usare un’espressione di Ciu enlai) per raggiungere il fatidico 4%: un’esperienza già fatta con la Sinistra Arcobaleno. Parafrasando Sant Just “c’è un paradosso nella sinistra italiana che richiede dai molti virtù che normalmente sono di pochi”: disinteresse personale, una visione che va oltre l’orizzonte delle prossime elezioni, il senso di una missione, non per un partito di cui si sia parte , ma per gli interessi della maggioranza della popolazione, che paga la crisi senza averla provocata, in altre parole sentirsi parte di una sinistra autonoma, alternativa e capace di una proposta di governo. (2-fine)

Felice Besostri

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

Rispondi