Interrompiamo le vacanze per fare gli auguri ai nostri lettori.
Che cosa ci porterà il 2013? Oltre alle elezioni politiche e regionali (in importanti regioni), un nuovo capo dello Stato e….chi lo sa d’altro. Certo non ci porterà la ripresa economica. Fino a qualche mese fa si diceva che il 2013 avrebbe segnato una timida inversione di tendenza; ora gli osservatori prevedono che la recessione proseguirà (e si aggraverà).
Su un paese gravemente impoverito pioverà sul bagnato: nuove tasse, nuovi balzelli, nuovi rincari, nuovi aumenti ci porteranno anni e anni indietro: al dopoguerra? All’età delle caverne?
Avremo un nuovo governo. Chi entrerà a Palazzo Chigi tra chi è sceso o salito in campo? I sondaggi attribuiscono il maggior numero di voti a Bersani-Vendola i quali lucreranno il premio del Porcellum e conseguiranno la maggioranza. Avranno il diritto di formare il governo. Ma un premio così vistoso rispetto ai voti effettivamente ottenuti getterà un’ombra sull’esecutivo debole psicologicamente e moralmente dopo aver condannato – tutti i partiti! – e delegittimato la legge elettorale.
Perciò si prospetta un’intesa col Centro montiano, ma può Bersani mollare Vendola dopo avere vinto con Vendola?
Può vincere la lista Monti . E che cosa avrà il Paese? L’Agenda Monti , cioè una politica finanziaria che non guarda ai problemi reali del paese. Pochi giorni or sono, in una delle infinite dichiarazioni, Monti ha evocato, giusto en passant, uno di questi problemi reali, la disoccupazione giovanile, senza accennare minimamente alle misure da intraprendere. Sembra che Monti non viva in Italia, ma in Europa dove, per altro, ha sempre vissuto politicamente: è elogiato, vezzeggiato dagli eurocrati che vedono come fumo negli occhi un ritorno di Berlusconi. Può Bersani accettare un tale alleato di governo? E potrebbe Monti, se non va al Quirinale, essere, mollando il montismo, il numero due nel governo Bersani? Questo 2013 non ci prterà fortuna.
Se guardiamo più in là il mio occhio cade su Renzi, il quale ha sbagliato strategia: ha ritenuto in rotta le truppe berlusconiane e se ne è proposto come punto di riferimento. Ma il berlusconismo dissidente è più in sintonia con Monti, Casini, Montezemolo che con Bersani-Vendola.
Renzi rifletta dal suo scranno di sindaco di Firenze: sulla strada intrapresa e sulla quale è stato perdente pur con un grande successo personale in termini di voti che non frenano però l’esodo verso Monti dei tanti e autorevoli diessini che si erano allineati a lui, da Ichino a Ranieri.
Aveva ragione sulla rottamazione ma ha avuto torto sulla strategia. Adesso rottami quella strategia e progetti con la sua intelligenza, il suo carisma e, perché no, la sua giovane età, la battaglia nel partito per riformarlo e portarlo sulla strada di un socialismo democratico e libertario, lontano dall’estremismo di Vendola e dall’opportunismo di Bersani.
Giuseppe Tamburrano
Ma sì, lasciamogli una decina di anni per maturare. Speriamo però che ci siano ancora le condizioni per avere finalmente anche in Italia un partito di sinistra socialdemocratico, forte abbastanza per proporsi come alternativa di governo. Nel frattempo meglio cinque anni di governo Bersani-Monti (o Monti-Bersani?) che un assai più fragile Bersani-Vendola.
Carlo Correr