I segreti della mente di Vittorino Andreoli – Da un libro un modello di Scienza da prendere a esempio

di Luca Giammarco

Ho appena finito di leggere con grande interesse un libro di Vittorino Andreoli di una decina di anni fa: I segreti della mente.

Non sono un recensore di professione, quindi mi guarderò bene dall’avanzare idee o giudizi di merito sotto il profilo tecnico letterario. E per altro, non essendo specializzato in psichiatria, non mi sento neppure di addentrarmi in questa branca della medicina tanto affascinante quanto complessa.

Tuttavia, questo libro mi ha suscitato una serie di riflessioni, di carattere generale, che mi fa piacere condividere con i lettori del blog.

Divulgazione

Questo di Andreoli è un testo scritto per tutti. Specialisti e non. Ed è lui stesso a dichiaralo nelle pagine di apertura.

Sorge quindi una domanda più che lecita: cos’è la divulgazione? Non qualcosa di contrario alla scienza. Tanto meno una sua banale semplificazione. Divulgazione, a mio avviso – e il libro di Andreoli ne è un chiaro esempio –, è la parte migliore della scienza. Quella essenziale, perché possiede una caratteristica propria della buona scienza: la comprensibilità. La quale non sfugge al termine tecnico, ma non lo idolatra. Lo racconta, semmai, ricorrendo ad esempi o casi realmente accaduti. Così facendo illumina ciò di cui tratta, rendendosi comprensibile a tutti.

Attenzione

Si pensa alla mente come a qualcosa che esiste in termini di attività: quando impariamo una poesia a memoria, quando facciamo un calcolo complesso o semplice, quando leggiamo un libro o guardiamo un film o uno spettacolo seguendo la storia che ci viene raccontata o rappresentata. Sono gli esempi classici di attività mentale ai quali siamo più abituati. Ma la mente è tanto altro. E spesso non ce ne accorgiamo. Ce ne rendiamo consapevoli quando si manifestano, nella nostra persona o in chi ci è vicino, disagi di una certa importanza. I quali, osserva Andreoli, non sono mai improvvisi, ma quasi sempre il grado ultimo di un’escalation alla quale non si è prestata la dovuta attenzione. La scienza, invece, richiede attenzione proprio a ciò che non è eclatante, ma comunque insolito. Solo allora diviene conoscenza esperita – cioè conseguente a un’esperienza – e realisticamente risolutiva.

Ambiente

La mente non è mai data, non esiste a priori. Essa è, se vogliamo, il frutto di una serie di stratificazioni conseguenti al rapporto che l’individuo intrattiene con l’ambiente circostante, reagendo ad esso in determinati modi, sia in termini fisici che emotivi. Soprattutto, direi, in termini emotivi. Questa idea è rivoluzionaria, ed a mio avviso la più importante e interessante, da non dimenticare. Perché riunifica le due entità della vita tout court – uomo e ambiente, o uomo e mondo – dopo decenni, se non secoli, di separazione forzata voluta da una impostazione della scienza simile più ad una gerarchia indiscutibile di stampo religioso che ad una visione dettata da reale conoscenza applicata al vivere quotidiano in una prospettiva di miglioramento.

 

Ci sarebbe, e c’è, tanto di più nel libro di Andreoli.

Questioni molto importanti, note a tutti eppure da tutti non debitamente considerate.

Ne parlerò nei prossimi articoli così da raccontare e illustrare, nel mio piccolo, una visione nuova della scienza. E, forse, più vicina alla sua realtà originaria.

 

‍N°152 del 28/07/2023

 

 

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

Rispondi