Coronavirus: “Per un vaccino efficace e non tossico occorrono centinaia di milioni e almeno un anno e mezzo. La fase 2? Non la condivido per niente”. La parola al Prof. Giulio Tarro

-di PIERLUIGI PIETRICOLA

 

Ancora sul Sars CoV2. Questa settimana, insieme con il Prof. Giulio Tarro, illustre virologo a livello mondiale, abbiamo parlato dei costi che occorrono per produrre un vaccino efficace e non tossico per l’uomo raffrontati ai costi per la sieroterapia e, ovviamente, della fase 2 che inizierà a partire dal prossimo 4 maggio.

 

Prof. Tarro, parliamo delle cure per il Sars CoV2 e dei costi per averle disponibili. Partiamo dal vaccino. Quanto costa per averne uno in grado di combattere questo virus?

Ci vogliono centinaia di milioni nella ricerca di questo vaccino. Occorre un reparto apposito per individuarlo. Trattandosi di un virus nuovo, bisogna fare ricerche approfondite, individuare i reagenti giusti e svolgere tutte le sperimentazioni cliniche previste prima di arrivare a testarlo sull’uomo. E questo perché un vaccino deve non solo essere efficace, ma soprattutto non deve mostrarsi tossico per l’organismo umano.

Quindi per preparare un vaccino efficace contro il Sars CoV2 ma non tossico occorre parecchio tempo.

Non meno di due anni. L’Organizzazione mondiale della sanità ha definito pandemia la diffusione del Sars CoV2 anche per abbreviare i tempi di sperimentazione, così bypassando alcune prove cliniche che sono, però, quelle che danno la sicurezza del vaccino. Ciò detto stiamo parlando di un periodo che non possiamo calcolare essere inferiore di un anno, un anno e mezzo prima che sia disponibile un vaccino valido e sicuro.

Se si saltano alcune fasi nella sperimentazione il vaccino potrebbe risultare tossico per l’uomo?

Assolutamente sì.

Passiamo alla sieroterapia. Quanto costa?

Ecco, la sieroterapia ha un difetto: non costa assolutamente nulla. Si tratta di una terapia legata al contenuto liquido del sangue del paziente guarito e costa addirittura meno di una trasfusione, in quanto non si ha nemmeno il problema di compatibilità dei gruppi sanguigni. E per di più non ha effetti collaterali. L’unico difetto che ha è, come dicevo, che non costa nulla. Forse è questo il vero problema. Io ho parlato con chi di dovere a Mantova, dove la sieroterapia si sta praticando, e non si registrano morti da più di un mese. Questi sono fatti, non parole od opinioni riportate a caso.

L’Istituto superiore di sanità è al corrente della sieroterapia e dei suoi effetti curativi per il Sars CoV2?

Certo. Si tratta di un protocollo che si mette in pratica per tutti i tipi di malattie infettive. Non stiamo parlando di qualcosa di nuovo. È una metodologia di cura adottata da anni e notissima nel mondo medico-scientifico.

Abbiamo abbastanza donatori?

Certo che sì. Anzi, aggiungerei che un paziente guarito in dimissione dall’ospedale non può uscire senza aver donato un litro di sangue dal quale si ricava il plasma che è, praticamente, il 50% al netto dei globuli rossi. Sa perché dico questo? Perché secondo gli studi cinesi, è dimostrato che bastano 200ml di plasma per guarire in 48 ore anche i casi più gravi. Quindi la donazione di un paziente cura due casi gravi di Sars CoV2. Ovviamente la sieroterapia si può praticare anche per i pazienti cosiddetti intermediari, che hanno cioè un andamento della malattia non grave da terapia intensiva, ma abbastanza pesante.

Il prof. Francesco Le Foche sostiene che il Sars CoV2 è un coronavirus simile all’80% a quello della prima Sars, e che come quest’ultima andrà morendo naturalmente. Non solo, ma che causando uno stato infiammatorio, basta saperlo curare tempestivamente all’insorgere dei primi sintomi per non far finire i pazienti in terapia intensiva. Lei è d’accordo?

Assolutamente sì. Lo dissi anche io in una delle prime interviste che abbiamo fatto insieme su questo blog.

Parliamo della fase 2. Lei è d’accordo sul modo con cui verrà attuata in Italia?

Ovviamente no. Come al solito, non vediamo oltre la punta del nostro naso e non ci accorgiamo di quello che accade al di fuori dei confini. Altri paesi già sono in fase 2 con riaperture significative. Noi, invece, proibiamo ancora tante, troppe cose. Pare che si debba ad ogni costo metterci con le spalle al muro al punto dal non essere più in grado di alcuna ripresa economica. Stanno davvero esagerando. Stanno rovinando tutto.

È notizia di ieri che in Germania, immediatamente dopo l’inizio della fase 2, il famoso fattore R0 è salito a 1.

Si tratta di un valore basso. Teniamo presente che quanto ci hanno comunicato dalla Cina, relativamente al Sars CoV2, il fattore R0 è compreso fra 2 e 3, mentre per la prima SARS era compreso fra 3 e 4. Il fatto che R0 sia 1, vuol dire che una persona ne contagia un’altra. Ma, badiamo bene, questo è un discorso che vale nel momento di massima diffusività del virus.

In Spagna la fase 2 procede per gradi, ciascuno dei quali ha una durata di due settimane. Così facendo il premier spagnolo ha fatto sapere che, se si riuscirà a gestire bene la pandemia come previsto, entro il 30 giugno prossimo si tornerà alla normalità. Lei condivide questo modo di affrontare la fase 2?

È un metodo di buon senso. Logico direi. Calcolando anche che il periodo di quarantena del Sars CoV2 è di due settimane. Quindi va benissimo così. Fanno bene gli spagnoli e facciamo male noi.

Parliamo dei test sierologici. A breve saranno disponibili, ma è stato già detto che anche chi ha le immunoglobuline G (gli anticorpi) non può considerarsi immune. È possibile?

Affermare questa cosa sulla carta è una stupidaggine. Chi sviluppa gli anticorpi per il Sars CoV2 è protetto.

Come si fa a verificare che l’immunoglobulina G è specifica per il Sars Cov2?

Mi pare che i kit della Abbot che saranno a disposizione a breve hanno un’affidabilità del 90%. Quindi non vedo proprio il problema.

 

pierlu83

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