-di PIERLUIGI PIETRICOLA–
Affrontiamo, oggi, un altro aspetto relativo al Covid-19: quello di un protocollo di cura. Stiamo parlando del Tocilizumab, il farmaco impiegato per la cura dell’artrite reumatoide e che il Prof. Paolo Ascierto, oncologo e presidente della Fondazione melanoma e direttore dell’Unità di oncologia melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative dell’Istituto tumori Irccs Fondazione Pascale di Napoli, ha utilizzato per combattere questo coronavirus.
Spieghiamo ai nostri lettori, in parole semplici, in cosa consiste la cura con il Tocilizumab (su cosa agisce, quando e come va somministrato, per quanto tempo).
È una fiala che viene iniettata in via endovenosa, in qualche caso è stata usata anche sottocute, che agisce sull’infiammazione polmonare da Covid 19. Se ne somministra una sola volta, al massimo due, e gli esiti positivi si hanno nel giro di 24/48 ore.
Ci sono casi in cui questa cura non può essere effettuata? E se sì quali? Si tratta di una cura da somministrare preventivamente o all’insorgenza della fase iper infiammatoria polmonare?
Lo studio è ancora in una fase sperimentale. Sarà Aifa tra qualche settimana a definirne gli esiti sui 330 pazienti arruolati. Sappiamo da notizie giunte dai vari ospedali in cui stanno trattando i pazienti con il Toci che non sono stati riscontrati finora effetti collaterali. Si somministra a pazienti con gravi problemi respiratori dovuti alla polmonite da Covid. Abbiamo notato che gli esiti sono stati migliori su pazienti in sub intensiva non ancora intubati.
Quando ha avuto l’intuizione di usare questo farmaco per ostacolare la fase di iper infiammazione polmonare?
E’ un farmaco usato da noi oncologi nell’immunoterapia che va ad agire sull’infiammazione del polmone. Da qui l’idea, condivisa con i medici del Cotugno e con i ricercatori cinesi, di sperimentarla nei pazienti affetti da Covid 19. Il Toci funziona lì dove c’è la famosa tempesta di citochine, questa è tipica di una condizione quando si utilizzano le famose car-t e questa tempesta si ha anche nel polmone in seguito all’infezione del coronavirus. Pertanto la tempesta citochinica che hanno in comune sia gli effetti collaterali dell’immunoterapia che questa del Covid 19.
Adesso la cura da lei trovata e messa a punto è in fase sperimentale. Quanto ci vorrà prima di applicarla in modo esteso a tutti i casi?
La sperimentazione è iniziata ufficialmente dopo l’ok di Aifa il 19 marzo, i primi risultati scientifici li avremo intorno al 20 aprile.
Ha riscontrato più pareri favorevoli o diffidenze all’interno del mondo scientifico?
C’è grande collaborazione con il mondo scientifico.
Quando terminerà la fase di sperimentazione e con esito positivo (me lo auguro davvero), possiamo dire che questa sarà la cura per il Sars-Cov2?
Il Toci è un farmaco che agisce contro le complicanze e non contro il virus. Un vaccino è sicuramente l’aspetto più importante per preservarci dal virus, ma i tempi del vaccino sono lunghi.
Lei pensa che questo coronavirus sia pericoloso come ci viene dipinto oppure crede che sia stato un po’ sovrastimato?
E’ indubbio che questa pandemia ci ha trovati impreparati sia per la violenza con cui si è diffusa, sia per una mancanza di attrezzature, guanti, mascherine, tute. In questo momento il sud sta reggendo, l’isolamento contenitivo sembra che stia funzionando. I dati, rispetto al nord, sono incoraggianti sia per quanto riguarda i contagi che i decessi.
Condivide quanto è stato fatto sul piano governativo per contrastare la diffusione del virus? E se no, cosa si sarebbe dovuto fare di diverso secondo lei?
Le misure restrittive sono l’unica azione che in qualche modo possono contenere l’infezione. Io sono convinto che usciremo sicuramente da questa emergenza e lo dico con cognizione di causa guardando quanto sta accadendo a Wuhan. E’ chiaro che i tagli alla ricerca e alla sanità fatti negli ultimi decenni dopo questa epidemia non saranno più giustificati. I governi dovranno porsi il problema di investire di più in ricerca e sanità. La salute è il migliore investimento per i nostri figli.