Il delirio Putiniano

di FEDERICO MARCANGELI

Tralasciando le pietose vicende italiane, che evito volentieri di trattare per la tristezza che suscitano nel mio animo, la settimana è stata dominata dall’intervista di Vladimir Putin al Financial Times. Il cardine è  stato “il fallimento delle idee liberali”, soprattutto nei valori dell’accoglienza e del multiculturalismo, “entrati in conflitto con gli interessi della maggior parte della popolazione”. “L’idea liberale presuppone che non si debba fare niente. I migranti possono uccidere e violentare impunemente perché bisogna proteggere i loro diritti. Invece ogni crimine va punito”. Analizzare queste parole sarebbe una grandissima perdita di tempo per me e per voi (visto lo scarsissimo grado contenutistico delle stesse), ma rappresentano un utile spunto di riflessione per inquadrare ulteriormente il movimento sovranista internazionale. Putin rappresenta il punto di riferimento di una corrente di pensiero che spazia dal Brasile all’Italia e che punta sulla propaganda a “contenuto zero” per raggiungere il maggior numero possibile di consensi. L’idea è quella di spingere l’ascoltatore a non riflettere, ma ad essere imboccatto con due/tre frasi ad effetto che puntano ad additare qualcuno come il male supremo. La strategia non è diversa se si parla di migranti o LGBT+, la tecnica del “contenuto zero” è sempre quella: “Non voglio insultare nessuno […] e non abbiamo nessun tipo di problema con le persone Lgbt. Per carità di dio, vivano come credono. Ma alcune cose ci sembrano eccessive. Adesso dicono che i bambino possono avere cinque o sei ruoli di genere. Vogliamo che ognuno sia felice ma non possiamo permetterci di far passare in secondo piano la cultura, le tradizioni e i valori della famiglia che sono alla base della società”. 

A queste parole ha risposto in modo semplice ed efficace il Presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk: “Chiunque dice che la democrazia liberale è obsoleta, dice anche che la libertà è obsoleta, che lo sono anche lo stato di diritto e i diritti umani. Per noi, in Europa, questi sono e rimarranno valori essenziali e fondamentali. Quello che personalmente trovo obsoleto sono: l’autoritarismo, il culto della persone e il dominio degli oligarchi anche se a volte possono sembrare efficaci”.

 

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