35 anni fa la morte di Enrico Berlinguer, padre del Compromesso storico

– di GIULIA CLARIZIA-

L’11 giugno 1984 si spense il Segretario del PCI Enrico Berlinguer.

Fu l’antifascismo a portarlo in politica. Si avvicinò al Partito Comunista in Sardegna, sua terra d’origine, nel 1943. Aveva 21 anni.

Tramite il padre Mario, anche lui militante e per un breve periodo commissario per l’epurazione sotto il secondo governo Badoglio, Enrico conobbe Togliatti. In seguito, ottenne lavoro come funzionario dirigente del lavoro giovanile nella Federazione romana. Rimase nella Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI) fino al 1956, anno notoriamente complesso per il partito comunista a seguito della violenta invasione sovietica dell’Ungheria. Berlinguer decise di continuare a militare per il PCI e nel 1960 entrò ufficialmente nella sua direzione.

Fu eletto in Parlamento per la prima volta nel 1968, quando ormai il partito era diretto da Luigi Longo. L’anno successivo, Berlinguer si recò in delegazione a Mosca come aveva fatto in precedenti occasioni. Era l’11 giugno, e Berlinguer criticò le posizioni sovietiche negando l’esistenza di un unico modello di società socialista. Negli anni successivi avrebbe portato avanti proprio l’idea di un comunismo europeo indipendente dall’Unione Sovietica. Nel 1972, infatti, venne eletto segretario del partito.

Le sue idee avevano già iniziato a preoccupare Mosca? Si è sospettato che l’incidente stradale in cui Berlinguer rimase ferito durante la sua visita in Bulgaria nel 1973, non sia stato in realtà un incidente, ma un tentativo del KGB e dei servizi segreti bulgari di eliminarlo. Berlinguer però si riprese, e proprio in quell’anno scrisse i tre famosi articoli pubblicati su Rinascita in cui, a seguito del colpo di stato di Pinochet in Cile, sosteneva la necessità “di una collaborazione e di una intesa delle forze popolari d’ispirazione comunista e socialista con le forze popolari di ispirazione cattolica, oltre che con formazioni di altro orientamento democratico”. Stava formulando quello che sarebbe passato alla storia come Compromesso storico. Questa idea lo portò a ricevere le critiche dei comunisti più estremisti. Erano gli anni di piombo, quando i giovani del movimento ’77 gridavano “compagno Berlinguer, te lo dicono dal Cile, il Compromesso storico si fa con il fucile”.

Le idee di Berlinguer incontrarono quelle di Aldo Moro. Durante gli incontri fra i due nei primi mesi del 1978 sembrava che il Compromesso storico potesse realizzarsi davvero. Il rapimento e l’uccisione del leader democristiano segnarono però di fatto la fine del progetto che in anni di guerra fredda appariva rivoluzionario.

Nel 1984, in occasione di un comizio a Padova, il 7 giugno Enrico Berlinguer venne colpito da un ictus. Nonostante il malore, ebbe la forza di terminare il discorso. Morì pochi giorni dopo, esattamente 35 anni fa, amato dagli amici e rispettato dai nemici.

Ai suoi funerali a piazza della Repubblica a Roma accorse un milione di persone.

È celebre l’immagine del presidente della Repubblica Sandro Pertini chino sulla sua bara. Oggi Berlinguer riposa al cimitero di Prima Porta, a Roma.

giuliaclarizia

Rispondi