Salvini ce l’ha fatta: sulla carta d’identità torna la dicitura ‘padre e madre’, via ‘genitori’

–  di MATTEO TARABORELLI-

Salvini ha vinto la propria battaglia. Il Viminale ha infatti comunicato che sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana è stato pubblicato il provvedimento con il quale viene reintrodotta la terminologia “Padre e Madre”, al posto di “Genitori”, nel testo riguardante la richiesta di emissione della carta d’identità elettronica per minorenni.

Il Decreto, firmato il 31 gennaio 2019 dai Ministri dell’Interno, Salvini, per la Pubblica Amministrazione, Bongiorno, e dell’Economia e delle Finanze, Tria, modifica il suo predecessore del 23 dicembre 2015, con il quale era stata introdotta la dicitura neutra “Genitori”. Esso però rappresenta una grandissima vittoria solo per uno di quei Ministri: Matteo Salvini. Già nel novembre scorso, il leader della Lega aveva annunciato di voler attuare tale modifica per difendere la cosiddetta “famiglia tradizionale”. Ora la sua battaglia è finita, Salvini ha vinto. A distanza di poche ore dalla sua partecipazione al Congresso della Famiglia di Verona, infatti, il Vicepresidente del Consiglio ha annunciato trionfalmente su Facebook che: “Sulla carta d’identità tornano mamma e papà, via “genitore 1” e “genitore 2”. Ripristinato un po’ di BUONSENSO”.

Ebbene, la famiglia tradizionale è salva! Tutti possono tirare un sospiro di sollievo. Eppure, sembra proprio che questo “buonsenso” rientri perfettamente nella logica del Congresso della Famiglia: manifestare legalmente, e magari anche giustamente, in difesa della cosiddetta “famiglia tradizionale” sottintende lanciare delle stoccate a una fascia della popolazione che cerca di affermare i propri diritti. Asserire che un minore debba avere necessariamente una “mamma e un papà” vuol dire anche negare che una famiglia possa essere composta da due mamme o due papà, e che questi due ultimi casi non abbiano diritto alcuno di definirsi come tale. Le famiglie “non tradizionali”, però, non cesseranno di esistere e di reclamare i propri diritti inalienabili: considerare le mamme e i papà (indipendentemente dal loro numero in un singolo nucleo) come genitori, con pari diritti e pari dignità. Matteo Salvini ha vinto la sua battaglia personale, ma non potrà vincere la guerra, semplicemente perché essa non esiste. La nostra società sta facendo dei piccoli passi avanti nel riconoscere ciò che da sempre fa parte della natura stessa dell’essere umano, l’orientamento sessuale. Per quanto possano verificarsi delle battute di arresto come questa, incardinata nella logica della famiglia tradizionale, il progresso sociale non sarà arrestato dalla semplice terminologia.

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