“Per colpa” del Venezuela aumenta l’ostilità tra Stati Uniti e Russia

– di MAGDA LEKIASHVILI –

Il Venezuela è un paese in piena crisi politica, che però sta diventando una figura importante nel gioco degli scacchi fra gli Stati Uniti e Russia. Tra i due leader venezuelani, Juan Guaido e Nicolas Maduro, la comunità internazionale ha già fatto la sua scelta. Gli Stati Uniti in primis e con loro il Canada, il Brasile e la Colombia, riconoscono come presidente del Venezuela il giovane Juan Guaido. Leader dell’opposizione, 35 anni, che la scorsa settimana si è dichiarato come presidente legittimo temporaneo del Venezuela, ha minimizzato i timori di un possibile conflitto armato e ha affermato che la sua nazione “economicamente devastata” sta vivendo un “momento quasi magico” nella sua ricerca di democrazia appena rianimata. Per Guaido hanno riempito le piazze anche i cittadini, chiedendo la democrazia per il loro paese e la fine della dittatura di Maduro.

Dall’altra parte c’è l’erede di Hugo Chavez, Nicolas Maduro, che ha preso la guida del paese dal 2013. Il suo alleato più potente è la Russia, alla quale si sono unite la Turchia, la Cina, l’Iran, Cuba e la Bolivia, paesi per i quali un leader politico viene messo su un piedestallo e la fine di un regime è paragonata alla tragedia. L’amicizia e i buoni rapporti diplomatici sono stati riconfermati anche il mese scorso, quando Maduro ha incontrato il suo omonimo Putin. A seguito dell’incontro, in segno di sostegno, sono stati inviati in Venezuela due aeri bombardieri per allenare l’aereonautica Venezuelana. I due leader hanno anche annunciato i preparativi per l’apertura di una base militare russa in Venezuela e il completamento della costruzione di una fabbrica di Kalashnikov. Calcolando le spese, a partire dal 2006 la Russia ha già speso 18 miliardi di dollari per questo paese dell’America Latina. 11 miliardi solo per le armi e la tecnica militare.

Per adesso rimangono in una posizione neutra i paesi europei. Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna affermano che riconosceranno Guaido come presidente temporaneo salvo che vengano indette nuove elezioni entro otto giorni.

Un noto parlamentare dell’opposizione fino all’inizio di quest’anno, Guaido, è stato spinto nell’occhio di una crescente tempesta domestica e geopolitica con la sua decisione di dichiararsi presidente legittimo temporaneo del Venezuela mercoledì scorso. Ha basato questa affermazione sulla presunta “usurpazione” di potere da parte di Maduro attraverso le elezioni dello scorso anno e su un articolo della costituzione venezuelana che gli consente di dichiarare una leadership temporanea se la presidenza viene lasciata “vacante”. Le elezioni presidenziali del maggio scorso sono state considerate fraudolente. In una delle sue prime interviste Juan Guaido ha detto al quotidiano britannico The Guardian di essere pronto a “portare a termine il lavoro” per costringere Nicolas Maduro ad abbandonare il potere e porre fine a un’emergenza umanitaria che ha alimentato il più grande esodo nella storia moderna dell’America Latina.

magdalekiashvili

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