-di PIERLUIGI PIETRICOLA-
Che i tempi della finanza coincidano, ormai, con quelli della politica, vuol dire solo una cosa: che l’economia è argomento centrale da cui nessuno può distrarre l’attenzione. In molti lo considereranno elemento noioso, non utile. Ma costoro sbagliano. A voler ricorrere alla filologia, derivando economia da oikos – casa, beni di cui si dispone – e nomos – legge, insieme di regole che disciplinano l’utilizzo di beni al fine di razionalizzare risorse e relazioni – significa ch’essa è qualcosa di più di un mero insieme di numeri correlati a un valore. Riguarda la comunità, il suo bene, il suo modo d’essere organizzata e – conseguentemente – gestita. Impossibile, pertanto, disgiungerla dalla politica.
Come può tale ambito non riguardare anche il sindacato?
Ecco il motivo per cui si è deciso di incontrare il Segretario Generale della UILCA Massimo Masi.
Massimo, a breve vi sarà per la UILCA un traguardo importante: il rinnovo del contratto del credito. Ce ne vuol parlare?
“Certo! I precedenti, quello delle assicurazioni e della riscossione, sono già stati approvati, mentre il contratto del credito scade a Dicembre del 2018. Ci incontreremo a breve per fare il punto della situazione. I tempi che ci siam dati dovrebbero essere questi, per poi presentare la piattaforma ai Lavoratori e, subito dopo, alle controparti. È un contratto che si presenta difficile come rinnovo. Non tanto per le tematiche in sé, che son sempre quelle (salario, orario di lavoro, digitalizzazione, nuovi inquadramenti). Il punto è che noi abbiamo un contratto vecchissimo. Non è mai stato toccato nelle sue parti principali. Ancora si parla della carta carbone, oggi molti neppure sanno più cosa sia. Io vorrei fare un contratto che guardi in avanti. Bisognerà vedere come si comporteranno il Sindacato e le controparti. Due varianti non di poco conto. Le aziende sono estremamente divise tra di loro. Sono capitanate da Intesa Sanpaolo, che è la banca principale del Paese; a seguire vi sono UniCredit, Banco BPM e poi le banche straniere guidate da Crédit Agricole, BNL, Deutsche Bank che sono parti importanti che vorrebbero avere più mano libera. Questo è il contesto in cui ci muoveremo. Noi come UILCA proponiamo non solo l’aumento salariale ma anche un’area contrattale inclusiva per far fronte alla digitalizzazione, che sta portando mutamenti radicali a livello professionale, sia come mansioni che come assunzione. Affronteremo anche i temi fondamentali per il benessere lavorativo della conciliazione dei tempi di vita-lavoro e le politiche commerciali. Sarà una sfida lunga e complessa.”
Come mai non si è mai avuta molta attenzione per l’innovazione, generalmente parlando?
“Perché siamo sempre in una situazione d’emergenza. Nell’ultimo rinnovo il Sindacato ha proposto un nuovo modello di banca. La controparte ci ha risposto che era impossibile perché le banche non rappresentano un sistema essendo l’una in concorrenza con l’altra. Ciò non si poi è dimostrato vero. La crisi non ci ha consentito di poter innovare come avremmo voluto. Negli anni Novanta siamo stati innovativi. Fummo i primi a proporre i fondi a sostegno del reddito (al tempo del primo governo Prodi), dove i pensionamenti e i prepensionamenti non sono a carico dello Stato. Siamo stati innovativi anche sui contratti aziendali. Giusto per fare qualche esempio: abbiamo utilizzato per primi lo smart-working; l’utilizzo dei fondi professionali da noi è elevatissimo; siamo la categoria che ha l’assistenza e la previdenza nelle grandi banche, ma anche le piccole possono partecipare grazie ad un fondo bilaterale. Abbiamo fatto tantissimo. È rimasto in sospeso il rinnovo del contratto.”
Riguardo al DEF di recente approvazione, che opinione ha?
“Io sono più per il sostegno al reddito. Bisogna vedere come si fa, naturalmente. Definire qualcosa come morale o immorale non mi piace molto. Ciò che suscita in me dei dubbi è la questione della “Quota 100”. La speranza che per ogni lavoratore che va in pensione ne verranno assunti due. Questo non è vero. Non vi sono studi che danno la certezza che chi andrà via sarà rimpiazzato. E non solo a livello bancario. È un tema complicato. A tal proposito, credo, sarebbe stato meglio sostenere la posizione del Sindacato: divisione fra assistenza e previdenza, fra lavoro usurante e non. Altra cosa che mi infastidisce è il condono. Chi ha sempre pagato le tasse in anticipo, viene penalizzato rispetto a chi ha evaso. Manca inoltre l’incitamento al lavoro. Come attuarlo? Diminuendo le tasse per il datore e per il dipendente. Sarebbe forse stato il caso di concentrarsi su questi aspetti ma vedremo nel corso del dibattito parlamentare cosa si potrà fare.”
La UILCA ha di recente inaugurato un Blog. Per i nostri lettori più curiosi vi lasciamo qui il link.
“Siamo sempre stati all’avanguardia dal punto di vista tecnologico. La nostra categoria, per il 99% è composta, come minimo, da diplomati. Le nostre Iscritte i nostri Iscritti amano informarsi, ciò ha influito su tale aspetto. Se il Sindacato vuol stare al passo coi tempi, deve aggiornarsi. La costruzione del Blog amplia l’attività di discussione sui temi che ci riguardano e su ciò che stiamo facendo. Amiamo il confronto e il dibattito e confrontarci sul merito delle questioni. Il Blog ci permette nella maniera più trasparente possibile di stare sempre più vicino a chi, con orgoglio, quotidianamente rappresentiamo.”
È anche un modo per ampliare la cultura finanziaria.
“Assolutamente sì! Per altro il prossimo sarà il mese dell’Educazione Finanziaria. Come UILCA stiamo lanciando una proposta da inviare a tutte le categorie della UIL. Molti non sanno cosa sia un conto corrente, un titolo di Stato. La scuola ha sempre trascurato questo tema, è invece utile saperne un po’ di più. Quella che sta per partire a novembre sarà la terza edizione.”