– di MAGDA LEKIASHVILI –
Con una nota di protesta il Cremlino convoca l’ambasciatore dell’Olanda dopo le denunce contro degli Hacker russi che tentavano di entrare nei computer dell’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPCW). La nota mandata all’ambasciatrice dei Paesi Bassi a Mosca, Renèe Jones-Bos, sottolinea che l’incidente con la detenzione e l’espulsione di cittadini russi è una provocazione mirata alla politicizzazione di questa autorevole struttura internazionale. Secondo il ministro degli affari esteri della Russia, Sergey Lavrov, l’ambasciatore è stato convocato a causa della campagna di disinformazione lanciata a L’Aia. I quattro uomini accusati di spionaggio, secondo la versione “Lavroviana”, erano in viaggio di ruotine all’Aia quando sono stati arrestati ed espulsi, non precisando però il vero motivo del viaggio. Per dimostrare l’innocenza dei suoi uomini il ministro degli affari esteri sottolinea che gli accusati di spionaggio non si sono mai nascosti, né quando si sono registrati in albergo, né quando sono arrivati all’aeroporto. E soprattutto, hanno attraversato il confine con i propri passaporti. Hanno pure fatto un salto all’ambasciata russa in Olanda.
Visto che l’OPCW stava indagando su alcuni crimini che vedono la Russia come protagonista, fonti britanniche ritengono che l’hack russo potrebbe essere stato progettato proprio per raccogliere informazioni su entrambe le inchieste di Salisbury (tentato omicidio dell’agente Skripal e della figlia) e Douma (attacco chimico in Siria). La Russia, in quanto membro dell’OPCW, avrebbe accesso a molte e-mail e documenti di routine dalla burocrazia dell’OPCW, ma non ai progressi di specifiche richieste in corso.