Così l’Ucraina cerca di liberarsi dall’influenza culturale russa

-di MAGDA LEKIASHVILI-

Nonostante la costante pressione russa sull’Ucraina, nel paese si nota qualche tentativo di liberarsi dall’influenza del potente vicino. La crisi politica non si è ancora risolta e la Crimea resta ancora occupata dalla Federazione Russa. Ma la politica non è l’unico campo di battaglia. Anche la cultura gioca un ruolo importante nei rapporti tra questi paesi. Il popolo Ucraino cerca di mantenere un’identità culturale, che si rispecchia sia nella lingua che nella religione. Se nella capitale, a Kiev, passeggiando, si sente spesso parlare ancora in russo, nella parte occidentale dell’Ucraina si usa solo la lingua ucraina. Specialmente a Leopoli, che rappresenta un centro di cultura e ha vantaggi anche per la sua posizione geografica (essendo vicino alla frontiera polacca e ancora più vicina all’occidente rispetto alle altre città).

Il consiglio regionale di Leopoli ha deciso di vietare l’uso pubblico dei “prodotti culturali in lingua russa” nella regione. La decisione è stata sostenuta da 57 deputati con 47 voti necessari. 43 parlamentari sono stati contrari a quest’iniziativa.

L’iniziativa dice di “stabilire una moratoria sull’uso pubblico del prodotto culturale della lingua russa, in qualsiasi forma, sul territorio della regione di Leopoli fino alla completa cessazione dell’occupazione del territorio dell’Ucraina”.

Saranno creati anche gruppi di lavoro che avranno il compito di sensibilizzare l’argomento fra i cittadini. I deputati di Leopoli pianificano di estendere il progetto/legge a tutto il territorio dell’Ucraina al fine di limitare al minimo l’uso della lingua di un “aggressore”. In particolare, hanno intenzione di fare un appello ai colleghi della Rada con la proposta di proibire la riproduzione pubblica di “opere audiovisive” in russo.

Nel novembre 2016 in Ucraina sono entrati in vigore emendamenti alla legge “sulla televisione e la radiodiffusione”. Dall’8 novembre 2017, la quota di programmi in lingua ucraina dovrebbe essere almeno del 55 percento. Sempre a settembre dello scorso anno il Paese ha messo in vigore la legge sull’istruzione, riducendo significativamente la possibilità di insegnare nelle lingue delle minoranze nazionali.

magdalekiashvili

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