-di ILENIA ABBONDANZA-
Da quando si è insediato il nuovo governo, un personaggio ha saputo catturare l’attenzione più degli altri, rubando la scena a Luigi Di Maio e al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Si tratta del Ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
Dalla decisione di chiudere i porti alle imbarcazioni delle ONG, all’idea di schedare su base etnografica la popolazione Rom, Salvini riesce sempre a stare mediaticamente sul pezzo. “Per i migranti è finita la pacchia”. “La nave Aquarius non può decidere dove finire la crociera”. “I Rom italiani purtroppo ce li dobbiamo tenere”. Questi alcuni degli slogan più irruenti utilizzati dal Vicepremier, che hanno saputo sobillare la parte istintiva dell’elettorato. Infatti, a giudicare dal seguito che Matteo Salvini riscontra sui social -con migliaia di like e condivisioni per ogni suoi post- bisogna ammettere che l’operazione comunicativa sta dando i suoi frutti. Ma cosa c’è dietro tale disegno? Perché l’azionista di maggioranza del governo, Luigi di Maio, rimane per ora nell’ombra?
Rivolgendosi direttamente “alla pancia” degli italiani, lo scopo del governo e soprattutto di Matteo Salvini è quello di distogliere gli elettori dai temi che -data la loro tecnicità- risultano meno immediatamente comprensibili al popolo e che, guarda caso, fanno capo al super Ministero aggregante Sviluppo Economico, Lavoro e Politiche Sociali, guidato da Luigi Di Maio. Inoltre, come potrebbero Lega e 5 Stelle spiegare ai loro sostenitori che, dato l’ingente debito pubblico italiano, non sono disponibili le coperture necessarie alla realizzazione delle promesse enunciate nel programma di governo?
Ed ecco allora che si manifesta la demagogia, di cui si alimentano le due forze di governo, atta a macinare consensi “a costo zero”: puntare sul tema degli immigrati, infatti, non comporta alcun dispendio di risorse e va istantaneamente incontro agli umori dell’opinione pubblica. L’esecutivo, in questo modo, punta a costruirsi un appoggio dal basso, basato essenzialmente sulla “prima impressione” che il popolo coltiverà nei riguardi del governo, nel corso dei primi mesi di mandato.