-di SANDRO ROAZZI-
Sì chiamò “Il fermo proposito” la lettera pastorale di Pio X dell’11 giugno 1905 con la quale di fatto nasceva l’azione cattolica. La lettera risente però molto della Rerum Novarum di papa Leone XIII e del clima nuovo sulla questione sociale che quel grande Pontefice aveva propiziato. Lo si comprende bene quando nelle finalità fondamentali del laicato cattolico c’è quella di “prendere sommamente a cura gli interessi del popolo e particolarmente del ceto operaio e agricolo, non solo instillando nel cuore di tutti il principio religioso…, ma studiando di resciugare le lacrime, di raddolcire le pene, di migliorare la condizione economica con ben condotti provvedimenti. Adoperando si perché le pubbliche leggi siano improntate a giustizia…”. Nella lettera la condizione operaia assume un rilievo tutto particolare, ad esempio non si fa riferimento ai dettami della tradizionale cultura corporativa. E soprattutto si indica l’esigenza di fare in modo che le leggi siano indirizzate verso obiettivi di giustizia; e nel caso che non lo fossero si invita a battersi perché siano modificate. Una sorta di… riformismo cristiano.
Non poteva mancare a suggello di questo ragionamento un riferimento esplicito alla Rerum Novarum quando si ricorda l’obiettivo centrale di essa volto “alla pratica soluzione, a seconda dei principi cristiani, della questione sociale”.
La nascita dell’Azione Cattolica in questo senso testimonia la marcia di avvicinamento della Chiesa verso la riconsiderazione del divieto di Pio IX ai cattolici ad impegnarsi nella attività legislativa. Anzi, con tutte le prudenza del caso, la lettera consiglia di prepararsi alla vita politica e, fatto non irrilevante, ricorda ai Vescovi cui è indirizzata che questo compito civile del laicato cattolico presuppone anche una certa libertà di organizzazione, pur nel rispetto dell’Autorità ecclesiastica. Insomma c’è il riconoscimento di quella autonomia dell’azione dei cattolici in politica e nel sociale che poi darà vita a partiti, sindacati, movimenti. Un autonomia che aveva già preso le mosse nella realtà del Paese con le testimonianze di cattolici già avanzate socialmente.
Una lettera che porta la firma di un Papa che certo non si poteva definire progressista, ma che comunque asseconda l’evoluzione del magistero sociale della Chiesa dando prova di lungimiranza.
Naturalmente il…via al laicato con la creazione dell’Azione Cattolica viene dato a patto che vi sia il collante della concordia. Gli eventi storici invece ci insegneranno che da quei primi passi nascerà un pluralismo delle esperienze del mondo cattolico che diventerà una ricchezza per la presenza dei cattolici nella vita pubblica italiana in quanto consentirà il dialogo e la collaborazione con altre culture, compresa quella socialista. Fino a quando durante la seconda guerra mondiale l’antifascismo cattolico pose le basi per una nuova stagione di impegno che porterà a realizzare l’unità sindacale, a far prevalere la Repubblica, a contribuire a rendere patrimonio comune gli ideali di libertà e democrazia. Spesso i grandi cambiamenti assomigliano al granello che si stacca dalla montagna e diventa poi frana impetuosa. Questa assai poco ricordata lettera pastorale gli assomiglia molto.