-di FRANCO LOTITO-
Note al margine del VI° congresso nazionale della UILA
Carovigno, 28 maggio/1° giugno 2018
Prima giornata
E’ lunedì, è la prima giornata ed agli 892 delegati è toccato mettersi in viaggio già dalla domenica per essere puntuali all’appuntamento congressuale. Carovigno è una suggestiva località del brindisino e molti di loro hanno dovuto fare un lungo viaggio per raggiungerla, ma ci sono tutti e dunque, via!Vengono accolti da un logo che stilizza un’impronta racchiusa da un ovale sorretto da uno slogan immaginifico: “Il nostro alfabeto del futuro”.
Il VI° congresso nazionale dei lavoratori del settore Agroalimentare della UIL è iniziato….. con tre congressi! No, non si tratta di una bizzarria organizzaiva; al contrario è la rappresentazione razionale di un vasto processo di aggregazione di forze sindacali che viene da lontano. Per coglierne la complessità occorre dare un’occhiata alla mappa dei contratti nazionali che compongono la costellazione della UILA e che nell’insieme organizza oltre 225.000 iscritti.
Sono soggetti contrattuali portatori di storie ed esperienze sociali di cui la UILA ha sempre rispettato le peculiarità rappresentative, ferma restando la loro piena adesione ai valori di fondo della categoria generale che la connotano come un sindacato”laico e riformista che affonda le sue radici nelle lotte bracciantili di fine ‘800, assertore dei principi di democrazia e libertà affermati nella Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza”.
Ecco dunque la ragione per la quale la prima giornata dei lavori è stata interamente occupata dallo svolgimento, in “parallelo” delle assise delle tre principali articolazioni congressuali della UILA. Mentre Gabriele De Gasperis – segretario della Federazione Italiana Bonifica ed Irrigazione – svolgeva la sua relazione introduttiva per illustrare le problematiche del settore e sottolineando il ruolo della Bonifica nella salvaguardia e lo sviluppo del Territorio, in una sala attigua Enrica Mammuccari – segretaria della UILAPesca – centrava la sua introduzione sulle forti criticità di un settore pesantemente segnato dalla crisi. “Si contrasta l’avvitamento verso il basso di questo settore – ha rimarcato Enrica – soltanto rilanciando la competizione con i prodotti extra-comunitari venduti a basso costo, combattendo la riduzione dei ricavi, la pesca illegale, l’eccesso di burocrazia e riconoscendo lla pesca come lavoro usurante”.
Nel pomeriggio è stata la volta di Alessandro Ranaldi – Segretario dell’ Unione Italiana Mezzadri e Coltivatori diretti – che ha svolto una relazione di respiro europeo. Senza mezzi termini ha invocato “Più Europa e meno egoismi. La nuova Politica Agricola Comunitaria che dovrà essere pensata per il dopo-2020, deve ripartire dallo spirito della prima politica agricola UE con l’obiettivo di assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola. Non è possibile – ha concluso Alessandro – un’attività imprenditoriale duratura e di qualità se questa non assicura nel tempo un reddito adeguato ed una condizione sociale accettabile”.
Terminati i lavori delle tre assise, si procede subito alla convocazione dell’assemblea di tutti i delegati UILA per espletare gli adempimenti previsti dalla Statuto. Il programma del giorno successivo che prevede la plenaria per l’avvio del congresso VI°nazionale è intensissimo ed è bene che i lavori possano iniziare subito con la relazione del Segretario generale.
Seconda giornata
Quando Stefano Mantegazza va al podio l’accoglienza dei delegati è piena di calore e di sincero affetto per il loro leader e lui ricambierà svolgendo una relazione nitida nell’analisi della realtà,incalzante nella denuncia e densa di indicazioni. Gli assi principali intorno ai quali ruota il ragionamento interpellano la questione politica, lo stato delle forze sindacali a partire da quelle del settore agroalimentare, le tensioni della società attraversata dalle diseguaglianze dal disagio e dalla paura del futuro. La cosa più saggia che può fare il cronista e di narrarla rispettandone la scansione.
La Politica. Il 4 marzo ha segnato una netta cesura nella storia politica del Paese di cui ancora non se ne possono valutare tutte le conseguenze. Di sicuro c’è che “chi ha vinto ha coagulato disagio sociale, protesta ed aspettative di cambiamento ampiamente presenti nel corpo elettorale; chi ha perso ha pagato – e duramente – il distacco dalla gente”.
Nel c.d. “contratto di governo” c’è di tutto, anche cose positive come, ad esempio, l’impegno a mettere mano alla legge Fornero, di cui peraltro il sindacato confederale si è già occupato nell’accordo sottoscritto l’anno scorsa con il governo Gentiloni; o quello relativo al potenziamento del Reddito d’inclusione, a cui in definitiva va ricondotto il discorso sul c.d. “reddito di cittadinanza”. “Per ora è un contratto ricco di promesse e povero di coperture”.
La coalizione “giallo-verde” ha preteso l’esercizio puramente notarile delle prerogative costituzionali del Capo dello Stato, ed ha commesso un gravissimo errore. Su questo punto il relatore è stato molto netto e gli applausi dei delegati sono stati forti e prolungati quando ha affermato che”Mattarella ha fatto bene a respingere il diktat sulla composizione del nuovo governo”. E’ stata sfiorata una crisi istituzionale dagli sbocchi imprevedibili. “La minaccia più grave adesso è lo smarrimento dell’intelligenza politica e della capacità di costruire soluzioni per il Paese. Di fronte a questo pericolo ed a quello che corre lo stesso sistema democratico “noi chiediamo alle forze politiche tre impegni netti e precisi: 1° state sempre dalla parte della Costituzione di cui Presidente della Repubblica è il massimo garante; 2° tornate al Quirinale con nuove proposte; 3° se non siete capaci di farlo, si torni al voto al più presto”.
Politica industriale di settore Il comparto agro-alimentare è un settore di punta dell’economia del Paese. Produce buona occupazione, innovazione tecnologica ed è a tutti gli effetti un motore che può dare forte impulso allo sviluppo del Paese. Insomma ha di fronte a se grandi opportunità, ma per coglierle ha bisogno di un governo capace di mettere in campo chiare scelte di politica industriale per il comparto. In questo senso va scongiurato l’aumento dell’IVA, va promosso il “made in Italy” e vanno protetti i prodotti con un sistema di etichettatura efficace e trasparente.
L’Europa Il comparto agroalimentare è organicamente inserito nell’economia globale. L’export del settore fattura 450 MD di Euro. Anche qui grandi opportunità di crescita sono a portata di mano che potranno essere colte soltanto disponendo di una politica estera coerente ed autorevole. Le chiusure sovraniste sono semplicemente suicide. “Per questo noi diciamo nel modo più convinto che la UILA rimane saldamente europeista. Un progetto da rilanciare costruendo le alleanze necessarie per migliorarla”.
Fisco No alla “flat tax”. “Perché chi guadagra un milione di Euro l’anno deve pagare meno tasse? Semmai occorre una seria riforma fiscale che confermi la progressività, che adotti finalmente soluzioni di sostegno al lavoro e che finalmente dichiari guerra all’evasione fiscale.
L’ILVA non va chiusa. Sbaglia senza appello chi contrappone le ragioni della salute e dell’Ambiente a quelle del lavoro e dell’occupazione
Pensioni Chi parla di abolizione della legge Fornero prende in giro la gente. Di sicuro però va cambiata perché così com’è è fatta male e produce danni sociali. Le organizzazioni sindacali sono già in cammino su questo sentiero e qualche risultato è stato ottenuto. Il nodo ancora da sciogliere è quello della introduzione della c.d. cento; una soluzione ragionevole che non scassa i conti ma che coglie un’aspettativa molto sentita dai lavoratori. In questo senso noi siamo pronti anche a raccogliere le firme per sostenere le ragioni di una buona riforma.
Il Mezzogiorno Il voto delle regioni meridionali è stato un grido di dolore contro il divario crescente che lacera il tessuto connettivo del Paese. La soluzione non sarà mai quella dell’erogazione indiscriminata di un reddito sganciato dal lavoro. La risposta giusta è quella del lavoro creato grazie al rilancio di un vasto piano di investimenti pubblici. Il disagio sociale nasce dalla riduzione del lavoro disponibile. Il numero delle persone statisticamente occupate è cresciuto, ma il monte-ore complessivo è diminuito, segno di un drammatico impoverimento del lavoro. E’ cresciuto invece il lavoro nero, il fenomeno del caporalato e la jungla degli appalti al massimo ribasso si è infittita.
IL salario e la contrattazione Esiste ormai da tempo una questione salariale, ma la risposta del salario minimo fissato per legge è profondamente sbagliata ed inaccettabile. Il sindacato è pronto a battersi con determinazione contro tale sbocco. L’unica risposta sta nel pieno esercizio della contrattazione e nello sviluppo di un moderno sistema di relazioni industriali basato sulla certezza delle regole e della rappresentatività delle parti come deterrente verso la proliferazione dei contratti-pirata.
Le conclusioni sono state dedicate ad una critica serrata alla filosofia della disintermediazione sociale. “Meno sindacato – ha chiarito il relatore – vuol dire meno democrazia. Le forze politiche che lo hanno teorizzato sono state duramente sanzionate nelle urne del 4 marzo. Semmai le condizioni economiche e sociali del Paese rendono necessario un nuovo Contratto sociale basato sulla giustizia sociale, sulla solidarietà, che trasformi i bisogni individuali in diritti collettivi.
Il parterre degli ospiti che hanno preso la parola dopo il lunghissimo applauso che ha accolto le conclusioni di Mantegazzaè stato nutritissimo, dagli interventi dei segretari generali di Fai/CISL e Flai/CGIL a quelli dei rappresentanti delle maggiori organizzazioni sindacali datoriali dell’Agroalimentare. Tutti hanno dialogato con i contenuti della relazione riconoscendo alla UILA il rango di soggetto sindacale determinante e di interlocutore fondamentale.
Il popolo della UILA è generoso ed ha accolto con sincero calore l’intervento di Carmelo Barbagallo che ha concluso i lavori della mattinata. Le fatiche congressuali hanno un po’ arrochito il tono della voce, ma la verve è intatta. Parole forti quelle del Segretario generale della UIL, soprattutto quando ha stigmatizzato la drammaticità del momento politico. “Vengono messe in discussione le prerogative del Quirinale. La richiesta di messa in stato d’accusa del Presidente della Repubblica è una palese testimonianza di analfabetismo costituzionale. Il nostro impegno è quello di batterci per la salvaguardia della Costituzione e confermare il pieno rispetto per il ruolo del Capo dello Stato”. A chi si scalmana contro le istituzioni comunitarie noi diciamo che senza Europa non siamo nessuno, fermo restando che di questa Europa non ci piacciono le scelte economiche di segno austeritario. E sono queste che vanno cambiate stando però ben piantati nella moneta unica e nell’U.E.”. Abbiamo avuto l’opportunità di incidere di più sul quadro delle politiche comunitarie quando all’Italia è toccato il turno della presidenza semestrale dell’U.E., ma il governo Renzi ha fatto di tutto per trasformarla nella peggiore delle presidenze”. “L’economia italiana – ha poi ricordato – è in convalescenza, i pericoli di una devastante ricaduta sono ancora presenti. L’unico modo serio per scongiurarli è quello di far decollare un vasto piano di investimenti pubblici, a partire da quelli necessari per mettere in sicurezza il territorio, che per il 68% è a rischio sismico”. Di grande significato sociale, avviando alla conclusione il suo intervento, è stata l’evocazione del rischio demografico che corre il nostro sistema. “La denatalità è un pericolo che incombe sul nostro futuro. Il rapporto di crescita demografica sta scendendo sempre più e si sta avvicinando alla fatidica soglia dell’ 1=1. Sotto questa soglia c’è l’estinzione del Paese”.
Le ultime battute, Barbagallo le ha riservate allo stato di salute dell’Organizzazione. “La UIL – ha detto con orgoglio – è l’unica organizzazione che cresce; lo certifica il CENSIS nel suo ultimo Rapporto e soprattutto lo confermano i lavoratori, come testimoniano gli ottimi risultati ottenuti nelle elezioni delle RSU del Pubblico Impiego”.
Il sole del salentino è accattivante e non chiede altro che di farsi godere, ma i delegati trovano la forza di resistere alla tentazione ed alla ripresa dei lavori pomeridiani sono di nuovo tutti al lavoro. Li attende una tavola rotonda introdotta da un commovente docu-film prodotto dalla Fondazione “Argentina Altobelli”. “La strage ignorata” di cui parlano le immagini evoca la storia tremenda dei sindacalisti socialisti assassinati dalla mafia in Sicilia nei primi anni del secondo dopo-guerra. Portella della Ginestra, Placido Rizzotto, Casarrubea, Azoti. I nomi che scandiscono il martirio di uomini giusti che lottavano per il lavoro e per il riscatto della loro terra dal feudalesimo. La mafia si incaricò di trucidarli per conto dei baroni, dei latifondisti, di un potere politico gattopardesco che aveva servito gli interessi dei più forti sotto il fascismo e che ora, senza soluzione di continuità si accingeva a servire all’ombra della nascente democrazia. I nomi di quei martiri riecheggiano di nuovo nella sala anche dopo che le immagini sono finite perché ad animare il dibattito sono venuti i loro parenti più recenti. E lo fanno con le loro testimonianze vivide ed appassionate.
E’ Giorgio Benvenuto, ora Presidente della Fondazione Bruno Buozzi, ma che tutti ricordano come il più amato Segretario generale della UIL, come confermano gli applausi della sala, a tirare le somme del dibattito. “Quel video è toccante ma il sacrificio di quegli uomini parla anche al nostro presente e ci da forza. Ci dice poi di una fase storica drammatica. L’Italia esce dalla guerra stremata e devastata ed in quel frangente storico le forze sindacali offrono al Paese una prova di unità e di responsabilità. In Sicilia le lotte agrarie erano in realtà lotte contro l’arretratezza feudale. 280 siciliani possedevano il 10% delle terre coltivabili dell’isola. In Sicilia – prosegue Benvenuto – i sindacalisti impegnati in quelle durissime condizioni, inventano il cosiddetto sciopero alla rovescia. Si va sui campi, si dissoda la terra e così si certifica l’amore per quella terra e per il lavoro, contro l’accidia, l’incuria e l’abbandono di cui il latifondo è l’emblema. Dobbiamo sempre essere orgogliosi di questa storia; dobbiamo riscattarne la memoria, perché ci consegna un grande patrimonio di valori di solidarietà, di impegno e di unità di cui il nostro presente ha gran bisogno.
Terza giornata
Anche la terza giornata sarà riempita da un intenso programma di dibattiti e di confronti. Si inizia la mattina con una Tavola rotonda sulle “Nuove relazioni industriali nell’impresa 4.0” coordinata da Giorgio Pogliotti, del “Sole-24 ore”. Il confronto, al quale danno vita il dr. Scordamaglia per Federalimentare, il dr. Albini per la Confindustria, Tiziana Bocchi, segretaria confederale UIL e dallo stesso Stefano Mantegazza, ruota intorno fra innovazione tecnologica ed innovazione del sistema di relazioni industriali. Su questo piano tutti gli interlocutori concordano sul valore dell’accordo Sindacati/Confindustria sottoscritto all’inizio di marzo. Quell’accordo conferma la vitalità del Contratto Nazionale come architrave dell’intero sistema contrattuale, ma rende più che mai necessaria un’azione di disboscamento della jungla contrattuale. Il CNEL registra ben 890 contrati nazionali. “La Confindustria – ricorda Albini – ne sottoscrive appena 60! E’ inaccettabile che i contratti farlocchi (cosi li definisce coloritamente) godano della stessa legittimità dei CCNL sottoscritti dalle organizzazioni maggiormente rappresentative”. E’ un tema che Mantegazza riprende sollevando la questione della “perimetrazione contrattuale” Tiziana Bocchi ricorda che la questione della rappresentanza negoziale porta inevitabilmente con se quello della “rappresentatività”, che deve essere misurabile sia per le organizzazioni sindacali, sia per le controparti datoriali.
Torna nuovamente il tema del salario e su questo punto gli interlocutori sono concordi nella valutazione negativa sul salario minimo di legge. Tuttavia il dr Scordamaglia fa professione di realismo avvertendo che sarà difficile fermare le forze politiche su questo piano, a meno che le parti sociali mostrino la capacità di rendere più appetibile lo strumento Contrattuale magari canonizzando quelli che potrebbero essere definiti come “Trattamento Economico Minimo” contrattuale e “Trattamento Economico Complessivo”. Del TEM e del TEC se ne sta già parlando tra le Parti.
Nel pomeriggio è la volta di una Tavola rotonda dedicata alle tematiche dell’”Immigrazione tra criticità ed opportunità. Le proposte della UILA” A dirigere il traffico sarà Gabriele De Gasperis che insieme a Laura Zanfrini, Rachele Nucci e Maria Laurenza ragioneranno sulle suggestioni offerte da un secondo filmato – anche questo prodotto dalla Fondazione Altobelli – nel quale la parola viene data ai protagonisti della questione migratoria: gli immigrati. Parlano un italiano stentato, ma dicono cose sensate sulle quali la UILA lavora per costruire soluzioni capaci di realizzare integrazione e sicurezza.
Intanto nelle pieghe delle tavole rotonde affiora il dibattito fra i delegati che portano all’evidenza del congresso un patrimonio di quadri di base solido, disciplinato, che parla con legittimo orgoglio degli ottimi risultati organizzativi che ottiene, ma anche consapevoli dell’azione necessaria per rispondere efficacemente alle critiche che provengono dai lavoratori.
Quarta Giornata
L’ultima Tavola rotonda occupa quasi per intero la mattinata conclusiva del congresso. Ne sono protagonisti Guido Majrone, segretario della UILA, Guglielmo Loy, segretario confederale e Romano Bellissima, appena riconfermato segretario generale della UIL Pensionati. Il loro tema è. “Più welfare per un futuro migliore”
Guglielmo Loy è anche presidente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’INPS ed e dunque inevitabile che buona parte del confronto sia dominato dalle condizioni in cui versa il più grande istituto previdenziale d’Europa. Le critiche alla gestione Boeri sono molto pesanti e portano allo scoperto le crescenti inefficienze dei servizi sul territorio, denunciano i propositi di centralizzazione dei processi con conseguente chiusura delle sedi periferiche, per non dire della permanente ostilità che questo presidente riserva al ruolo delle parti sociali, dimenticando che l’INPS è cuore e sostanza dello Stato sociale perche le fonti che lo alimentano e lo legittimano sono i lavoratori ed i datori di lavoro.
Arriva infine il momento delle conclusioni generali del congresso e nelle parole di Stefano Mantegazza c’è tutto l’orgoglio di un bel congresso, dell’ottimo bilancio organizzativo che ormai proietta la UILA verso il primato degli iscritti rispetto alle altre organizzazioni. Infine l’orgoglio di essere alla guida di una vera squadra, forte e pronta a misurarsi con le sfide del futuro.
Carovigno, 1° giugno 2018