-di FRANCESCA VIAN-
“La monarchia è morta in Italia nella coscienza del popolo, è morta come istituto regolatore o equilibratore della vita politica. Ma finché il morto è in casa non sai se non ti farà lo scherzo di Lazzaro. Ragione per cui non daremo tregua, e non ci concederemo riposo.” Da Pietro Nenni, La democrazia dei Consigli, Avanti!, 13 giugno 1944, ripubblicato in Vento del Nord, Torino, Einaudi, 1978.
“La Repubblica non è per noi una forma vuota di contenuto, ma una realtà concreta che prende il valore dalla sostanza sociale di cui è l’espressione politica.” Da Pietro Nenni, Una vittoria della democrazia, Avanti!, 24 giugno 1944, ripubblicato in Vento del Nord, Torino, Einaudi, 1978.
“A Roma fummo più forti che a Napoli e saremo a Milano più forti che a Roma. Il mondo non s’è fatto in un giorno. E neanche la repubblica si fa in un giorno. Ma sarà fatta.” Da Pietro Nenni, Gli ossi duri, Avanti!, 19 agosto 1944, ripubblicato in Vento del Nord, Torino, Einaudi, 1978.
“E’ ‘sì’ o è ‘no’, e fra il sì e il no, c’è di mezzo un mondo.” Da Pietro Nenni, La Repubblica ci unisce, Avanti!, 15 ottobre 1944, ripubblicato in Vento del Nord, Torino, Einaudi, 1978.
“La repubblica per la quale noi lottiamo non è la nuova veste da ballo della società borghese o il belletto col quale essa cerca di nascondere gli oltraggi degli anni e degli eventi, ma l’affermazione concreta della sovranità democratica del popolo.” Da Pietro Nenni, Il convegno di Napoli, Avanti!, 8 settembre 1944, ripubblicato in Vento del Nord, Torino, Einaudi, 1978.
“Cos’è la Repubblica per l’operaio, per il minatore sardo o siciliano che scende a 700 metri sottoterra e non ha scarpe e torna a casa sua e molte volte non ha pane? La Repubblica per questo cafone, per questo minatore è una parola. Perché sia un fatto bisogna associare alla riforma politica la riforma sociale”. Da Pietro Nenni, discorso di Roma, 10 maggio 1945, pubblicato in Pietro Nenni, Una battaglia vinta, Leonardo, 1946.
“Perché, o cittadini, è necessaria, oltre la vittoria repubblicana, la vittoria della classe lavoratrice? Perché la repubblica è un mezzo e non un fine. Non si tratta di cambiare lo stemma dei tabaccai, secondo l’arguzia scettica del nostro Filippo Turati: si tratta di organizzare nuovi rapporti sociali.” Da Pietro Nenni, Discorso, Roma, 5 maggio 1946, pubblicato in Una battaglia vinta, Leonardo, 1946.
“Non doveva essere il 2 giugno un cataclisma? Invece ci fu il 2 giugno, e venne il 3 giugno che ci portò la Repubblica e noi abbiamo potuto allora presentarci al popolo senza una goccia di sangue nelle mani.” Da discorso di Pietro Nenni a Milano per la campagna elettorale del 1948, pubblicato in https://fondazionenenni.blog/2017/04/01/nenni-le-nostre-critiche-al-piano-marshall/
“La Repubblica e la Costituente erano e sono un contenente non un contenuto.” Da Pietro Nenni, Intervista sul socialismo italiano, a cura di Giuseppe Tamburrano, Bari, Laterza, 1977.
“Si trattava di una battaglia con l’orologio alla mano. Ogni minuto contava e giocava contro di noi”. Da Pietro Nenni, Intervista sul socialismo italiano, a cura di Giuseppe Tamburrano, Bari, Laterza, 1977.
Aggiungo ai passi di Nenni sulla repubblica, una testimonianza di Ugo Intini: “Nenni ripeteva spesso: “Come era bella la Repubblica sotto l’impero”. Noi socialisti ragazzini non capivamo e non osavamo chiedere. Finalmente lo facemmo e lui ci spiegò che così dicevano i compagni che avevano combattuto da giovani nel 1870 per la Comune di Parigi e che aveva frequentato in Francia negli anni ‘20. (…) Non oso immaginare cosa direbbe oggi. Certamente, mentre affrontavano la battaglia per la Repubblica, della quale furono i protagonisti assoluti, i socialisti non soltanto volevano cacciare il re. Avevano progetti (e ancor più sentimenti) precisi sul futuro dell’Italia. (…) Il giorno della vittoria, sotto il grande titolo a caratteri di scatola che gridava “REPUBBLICA”, comparve un titoletto voluto dal direttore Ignazio Silone. “Grazie a Nenni”. In effetti, era già comunemente percepito allora, a caldo, ciò che gli storici avrebbero certificato in seguito: che la Repubblica è stata conquistata grazie all’impegno del leader socialista. Sotto il titoletto, un breve testo era firmato da tutti redattori. Nenni ringraziò in poche righe, con la consueta ritrosia. Ma nel suo diario si legge. “Una grande giornata, che mi ripaga di molte amarezze e che può bastare per la vita di un militante” (tratto da Ugo Intini, La battaglia socialista per la repubblica, http://fondazionenenni.it/wp-content/uploads/2016/03/8-La-battaglia-socialista-per-la-Repubblica-di-Ugo-Intini.pdf).
Nell’immagine di copertina, il disegno di Simone Tonucci è tratto da Lia Levi, ‘Giovanna e i suoi re’, Roma, Orecchio acerbo, 2006. Giovanna e i suoi re è la più bella storia sul referendum monarchia-repubblica che si possa leggere. La protagonista del libro è una bambina di nome Giovanna, che – nel suo immaginario favolistico – ha collocato il cappello del presidente della repubblica al posto della corona del re.