La generazione d’argento: note a margine del congresso dei pensionati della Uil

-di FRANCO LOTITO-

Fuori il tempo è uggioso, le nuvole sono pesanti e minaccia pioggia da un momento all’altro. Niente a che vedere con il clima che si respira nella sala dove 735 delegati che rappresentano oltre 600.000 pensionati iscritti alla UIL si accingono a dare vita al loro 11° congresso nazionale. Amici e compagni di vecchia data che si ritrovano ancora una volta recando negli occhi e nelle parole la memoria di un’esistenza trascorsa nelle fabbriche, negli uffici, nelle campagne e nel territorio a fianco dei lavoratori. Ora sono parte della “generazione d’argento”, ma prima sono stati operatori e dirigenti nelle categorie e nelle strutture confederali.

Dalla presidenza annunciano che i lavori del congresso stanno per iniziare. Tutti i partecipanti prendono posto. Vengono citati i numerosi ospiti presenti e quando il presidente di turno chiede a Carmelo Barbagallo, segretario generale della UIL, di prendere posto al tavolo della presidenza, l’applauso dei congressisti è prolungato e  caloroso. Gli adempimenti statutari sono rapidi e precedono l’Inno di Mameli e l’Inno alla Gioia eseguiti da un’eccellente giovane soprano.

E’ il momento della relazione introduttiva. Romano Bellissima, segretario generale della categoria, va al podio ed esordisce riservando ai congressisti una bella sorpresa. Dai diffusori si spandono le note calde e struggenti dell’Inno dei Lavoratori. La sala è in piedi di scatto. Applaude commossa ed emozionata e scandisce le strofe col battito delle mani. Si siedono soltanto quando le note sfumano e Bellissima inizia a leggere la sua relazione.

La prima parte è dedicata al “saccheggio” che la crisi ha operato ai danni dello Stato Sociale ed alla condizione economica dei pensionati. “La cosa più grave – ha denunciato il relatore – è che si è tentato di fare apparire il pensionato come un privilegiato sociale che genera solo spesa per l’economia. Una inaccettabile menzogna che si è cercato di far passare in mezzo all’opinione pubblica grazie all’uso spregiudicato del potere mediatico.

Il “je accuse” contro le scelte di potere dei governi che si sono succeduti nel corso degli ultimi anni è durissimo e dettagliato. “C’è un disegno, nel quale l’obiettivo di colpire la condizione dei lavoratori limitandone i diritti e comprimendone le condizioni e quello di marginalizzare la funzione delle organizzazioni sindacali occludendo i canali della partecipazione e del confronto, si tengono e si motivano a vicenda”.

Si risponde a questa offensiva – ecco il secondo grande tema – riaprendo il cantiere dell’unità sindacale, mettendola al servizio al servizio di una piattaforma politica e sindacale centrata sui capisaldi di un’incisiva riforma della legge Fornero (senza nulla a che vedere con le facilonerie estremiste della Lega), Fisco, Sanità e lotta alla non auto-sufficienza.

Molto penetrante è stata la parte della relazione dedicata agli effetti della globalizzazione. “Nell’economia globale deperiscono i diritti, calano i salari, aumenta lo sfruttamento del lavoro”. L’impronta neo-liberista impone meno sindacato. Naturalmente. Allora che fare? Alla deriva neo-liberista della globalizzazione sarebbe un grave errore rispondere con la chiusura nazionalista. “Occorre più sindacato – è la risposta secca del relatore ma soprattutto occorre più sindacato europeo. Ancora più chiaramente occorre lavorare alla realizzazione di un soggetto sindacale europeo, di cui i pensionati facciano parte a pieno titolo, dotato di forza organizzativa, di autonomia e di effettivo potere contrattuale. Solo così sarà possibile contrastare lo strapotere delle multinazionali che spostano arbitrariamente di qua e di là capitali, lavoro e produzioni. Ed è così che il sindacato potrà rendersi parte essenziale della ripresa del progetto che conduca finalmente alla realizzazione degli Stati Uniti d’Europa”.

L’eco della relazione si è subito sentita negli interventi di Gigi Bonfanti ed Ivan Pedretti che hanno recato il saluto dei pensionati della CISL e della CGIL. Un saluto tutt’altro che formale nel quale l’appello unitario rilanciato dalla UIL e la proposta di una piattaforma di rilancio hanno trovato un convinto riscontro. E’ stato poi il turno di Giuliano Zignani che ha recato ai congressisti il saluto affettuoso della UIL dell’Emilia Romagna.

I lavori della prima giornata sono stati conclusi da un convinto e puntuale intervento di Pierpaolo Bombardieri, segretario organizzativo confederale che ha esordito rivendicando alla UIL l’ottimo risultato conseguito nelle recenti elezioni per le Rappresentanze Sindacali Unitarie del Pubblico Impiego. Molto netta poi, è stata la denuncia della “escalation” degli incidenti mortali sul lavoro. “Tre morti al giorno; più di mille morti all’anno; diecimila morti nel giro di due lustri: sono numeri da guerra civile. Tutto questo accade perché c’è sempre meno prevenzione, perché c’è il continuo depauperamento  dei corpi ispettivi e perché nelle imprese sta deperendo la cultura della sicurezza. La UIL – ha concluso Bombardieri – è e deve essere sempre di più la forza che si batte perché nessuno venga lasciato solo e rimanga indietro”.

Seconda giornata

Il tempo tiene ancora il broncio, ma poco a poco gli sprazzi di sereno si fanno largo fra le nuvole e i congressisti possono tenere chiusi gli ombrelli mentre rientrano in sala per la ripresa dei lavori.Gran parte della mattinata viene assorbita da una tavola rotonda chiamata a commentare gli esiti di una indagine demoscopica sul “Ruolo degli anziani e dei pensionati in Italia svolta da UEMETRA per conto della UILP. Livia Piersanti dirige il traffico annunciando che, dopo la presentazione dei contenuti affidata a Renato Mannheimer, il confronto si svolgerà interpellando Domenico Proietti, segretario confederale UIL, Carla Cantone, neo-parlamentare del PD e Lucia Grossi, segretaria della UILTEMP. Il ché rende subito chiaro che il perno della ricerca è quello chiarire che la pseudo-teoria del conflitto generazionale che opporrebbe anziani e giovani non ha fondamento sostanziale. Ed in effetti è così.

Mannheimer esordisce spiegando che per il 71% degli intervistati il pensionato è una persona ancora attiva e dinamica, fattore di sostegno e di aiuto alle famiglie e fonte di esperienza e di memoria. Niente male. Tuttavia un contrappunto negativo c’è ed è che un buon 37% mette in risalto gli aspetti della solitudine e delle difficoltà finanziarie.

Più avanti, il 65% è convinto che l’aumento dell’aspettativa di vita è un fattore largamente positivo sia per l’economia, sia per la vita sociale nel senso che il potere d’acquisto dei pensionati viene considerato un motore che sostiene i consumi e l’economia familiare. Anche qui c’è un risvolto negativo. Torna il tema della “solitudine” spesso generata dalla trascuratezza da parte delle famiglie.Negativo appare il giudizio sul ruolo delle forze politiche. Il supporto che viene offerto alle tematiche degli anziani – non-autosufficienza, agevolazioni fiscali per chi assiste, contrasto alla solitudine – viene considerato decisamente insoddisfacente.

L’ultimo capitolo viene dedicato al rapporto di partecipazione alla vita familiare. Il trade-off tra gli “under 65” e gli “over 65” è controverso. Tra i primi solo il 51% degli intervistati offre una valutazione positiva del rapporto, riconoscendo di aver ricevuto aiuto dagli anziani quanto ad accadimento dei figli, aiuto economico e così via. Tra i secondi invece la percentuale di chi è convinto di aver fatto molto per la famiglia è del 67%.

Dopo Mannheimer la parola è a Lucia Grossi che da riscontro dell’importanza dei contenuti emersi dalla ricerca, confermando un punto che è stato al centro anche del loro congresso. “Le vecchie dicotomie, come quella che teorizza il confitto generazionale, sono in realtà solo proiezioni della volontà di mercato tese ad esasperare la struttura dei consumi mettendoli in competizione.

Anche Domenico Proietti torna sul tema delle dicotomie, negando tuttavia che queste abbiano definitivamente lacerato il tessuto sociale. “Esiste una coesione di fondo – ha sottolineato – di cui il merito va in modo particolare all’azione delle forze sociali organizzate,a partire dal sindacato.

A Carla Cantone, appena eletta alla Camera dei Deputati, è poi toccato delineare le azioni politiche possibili per rimettere in sintonia le aspettative dei pensionati con il compito delle forze politiche. Se l’è cavata egregiamente annunciando la presentazione di un D.d.L. sulla non-autosufficienza degli anziani.

Alla ripresa pomeridiana dei lavori e per tutto ilgiorno successivo il dibattito in mezzo ai delegatiscorre sui binari indicati dalla relazione introduttiva, confermando la solidità politica ed organizzativa della categoria, e molti sono gli spunti che vengono ripresi dai contenuti della ricerca di Eumetra. Fino al momento in cui – ascoltata la relazione conclusiva con la quale Bellissima ha dialogato con i numerosi elementi emersi dal dibattito (si è parlato molto del nuovo modello organizzativo e delle nuove Strutture Territoriali Uil) – l’assemblea ha unanimemente confermato il pieno mandato al segretario generale ed alla segreteria che lo affiancherà.

francolotito

One thought on “La generazione d’argento: note a margine del congresso dei pensionati della Uil

Rispondi