Turchia in attesa delle elezioni. Contro Erdogan scende in campo una donna

-di MAGDA LEKIASHVILI-

Per giocare la partita politica contro Erdogan, in Turchia scende in pista una donna. Il politico di destra della Turchia, Meral Aksener, è considerato da alcuni il principale sfidante del presidente Tayyip Erdogan, che è al potere dal 2014. Aksener ha sempre espresso il suo dissenso contro la maggior parte delle politiche di Erdgan in un paese in cui i gruppi, che difendono i diritti umani, sostengono che il governo sta reprimendo la libertà di parola e gli oppositori politici.

All’inizio di quest’anno Meral Aksener si è fermata vicino a una statua del fondatore della repubblica turca, Mustafa Kemal Ataturk, nella città di Giresun, nel Mar Nero, per affermare che avrebbe messo in difficoltà il presidente Recey Tayyip Erdogan con la sua candidatura. Poco prima, nell’ottobre scorso, ha creato un nuovo partito chiamando Iyi Party, il Buon Partito. I media hanno “battezzato” Meral Aksener come “la donna di ferro turca”, visto che il popolo turco l’ha incontrata con un grande applauso e con un banner con scritto: “Salvaci, donna di ferro”.

Aksener, descritta come una devota musulmana, era in prima linea nella campagna del “No” nel referendum dell’aprile 2017 che modificava la costituzione per garantire a Erdogan nuovi poteri.

Faceva parte del partito dell’opposizione, movimento nazionalista (MHP) dal 2007.  Lasciò il team nel 2017 accusando il suo leader Devlet Bahceli di aver aiutato Erdogan a vincere il referendum. Solo dopo questo allontanamento diventa capo del Buon Partito.

La Aksener non sarà da sola nell’opposizione di Erdogan. I principali partiti di opposizione della Turchia hanno annunciato un’ampia alleanza elettorale prima delle elezioni generali di giugno, un passo che potrebbe rappresentare una sfida significativa al predominio del partito al governo di Recep Tayyip Erdogan. L’accordo, che includerà i maggiori blocchi di opposizione laici e nazionalisti del paese, rischia di diluire il controllo della legislatura del partito di Giustizia e Sviluppo (AKP) e di superare il regolamento secondo cui ogni partito deve ricevere il 10% del voto nazionale per vincere un seggio in parlamento, una regola che ha rafforzato la lunga maggioranza di Erdogan.

La coalizione sarà composta dal Partito Popolare Repubblicano (CHP) che rappresenta il più grande gruppo laico di opposizione in parlamento, dal Buon Partito della candidata Aksener, dal Partito Democratico (DP) e dal Partito islamico della Felicità (Saadet Partisi, SP).

Erdogan ha indetto elezioni presidenziali e parlamentari il 24 giugno 2018 un anno e mezzo prima del previsto. Chiunque sarà eletto presidente assumerà poteri radicali che sono stati ampliati dal referendum dell’anno scorso.

Il sistema elettorale della Turchia assegna i seggi in parlamento basandosi su una formula di rappresentanza proporzionale che tende a premiare i partiti e le coalizioni più grandi. A marzo, il parlamento dominato dall’AKP ha approvato una legge che consentiva per la prima volta alleanze elettorali nelle elezioni turche. La legge consente alle parti più piccole di superare la soglia del 10% entrando in una coalizione.

magdalekiashvili

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