Il popolo ha vinto. Il Premier armeno si è dimesso

-di MAGDA LEKIASHVILI-

L’ormai ex presidente armeno Serzh Sargsyan aveva promesso alla gente che dopo il suo secondo mandato presidenziale non avrebbe cercato di rimanere al governo. Invece, una volta esaurito il suo incarico, nell’aprile del 2018, si è presentato in veste di premier. La decisione è arrivata dopo che nel 2015 in Armenia si è svolto un referendum in basa al quale la popolazione è stata chiamata a decidere se conferire o meno maggiori poteri al premier. Circa il 50% degli aventi diritto sono andati alle urne e la maggioranza ha votato a favore di indebolire la figura del presidente e di aumentare il potere del premier. Poco dopo la costituzione è stata modificata in attuazione del risultato del referendum, che ha trasformato quella del presidente in una figura cerimoniale. Così, non potendo più candidarsi come presidente, Sargsyan ha preso il ruolo di premier.

La scelta politica del presidente ha provocato rabbia tra i partiti di opposizione, e altri gruppi di protesta e gli armeni si sono riuniti nelle piazze il 13 aprile scorso. Il leader dell’opposizione del partito Contratto Civile, Nikol Pashinyan, è anche l’organizzatore della protesta. Fu lui ad affermare l’aumento della dipendenza armena sulla Russia e richiedere l’uscita dell’Armenia dall’Unione Economica Eurasiatica. La sua popolarità è cresciuta soprattutto dopo il 2017, quando è entrato nel parlamento armeno. Stavolta, la protesta scatenata non riguarda proprio la politica estera del paese, ma soprattutto il peggioramento delle condizioni di vita. Il fallimento delle politiche economiche e sociali del governo è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La polizia ha arrestato Nikol Pashinyan con altri centinaia di manifestanti. È stato rilasciato solo dopo le dimissioni di Sargsyan. Fino a quel momento, non si sapeva neanche dove fosse.

L’ondata della rivoluzione, dopo la Georgia nel 2003 e l’Ucraina nel 2004, ha raggiunto anche l’Armenia con una decida di anni di ritardo. Per 11 giorni, la pressione dell’opposizione e dei cittadini si è scagliata contro Sargsyan, il politico più potente dell’Armenia. Improvvisamente lunedì Sargsyan ha lasciato la sua poltrona di premier, in una straordinaria concessione all’opposizione del paese, che aveva riempito la piazza principale della ex repubblica sovietica con decine di migliaia di manifestanti chiedendo le sue dimissioni. “Ho sbagliato”, ha detto in una dichiarazione sul sito web del suo governo. E si è dimesso.

È ancora presto dire cosa sarà dell’Armenia. Resta il fatto che l’Armenia nella regione del Caucaso rimane il più stretto alleato della Russia. Nel  settembre  2013  Mosca  ha  costretto  l’Armenia  a  mandare  all’aria  tutto  il  lavoro  di  anni  sull’accordo  commerciale  con  l’Unione  Europea  e ad unirsi  all’Unione  Economica  Eurasiatica  guidata  dalla  Russia.

magdalekiashvili

Rispondi