– DI FRANCESCA VIAN –
Sì, sì, te lo facciamo,
Cattiva Propaganda Elettorale,
il monumento che pretendi da noi,
un monumento di soli italiani.
Te lo facciamo. Contaci.
Coi respiri di chi ha schivato i missili
occultato in un tir.
Innalziamo pietre fino alle stelle,
con le amare foglie dei mesti autunni
che hanno solcato i cieli
e si sono adagiate sulle tombe,
forgiate dalle guerre.
Le tombe sono ovunque.
Le guerre sono tante.
I ragazzi dispersi
terranno la fiaccola nella notte,
da soli intorno al vento.
Il dolore che affanni,
Cattiva Propaganda,
sarà intagliato dai
migliori scalpellini.
Andiamo ancor più su col monumento.
Con gli spari nel buio,
con la paura dei tonfi di notte
dei bambini tremanti fra le bombe.
Il cuore salta e piange
nei campi di concentramento in Libia.
Un’altra lapide la sprofondiamo
verso l’abisso mare,
il marmo giù tra i pesci,
di chi è annegato nel Mediterraneo,
di chi ha spento le lacrime per sete.
Chi scappava, sapeva
che non avrebbe più stretto la mamma.
Ti facciamo una stele
del viaggio più crudele.
Con le scarpe che hanno tolto ai ragazzi,
prima di salire nelle piroghe,
con le giacche strappate
perché occupano spazio.
I colori sono solo un ricordo
attraverso il blu cielo,
attraverso il fragore di terrore,
senza guardare il mare,
che occupa tutti gli occhi.
E’ di macigni il nostro monumento,
pietra della coscienza.
Una lapide è per l’indifferenza,
un’altra è per gli orfani di futuro.
Una a cercare il cielo.
L’altra verso l’abisso.
Entrambe le lapidi ad ignominia.
Per endecasillabi e settenari, liberamente ispirata a Lapide ad ignominia di Piero Calamandrei
Foto di copertina di Alessandra Sampaoli
Sono commoventi questi versi, che fotografano la realtà, che stiamo vivendo.
Una lapide per l’indifferenza…
Un’altra lapide per gli orfani di futuro…
Grazie a Francesca Vian
Grazie.