“Louisa May Alcott: storia di una scrittrice. Perché Piccole Donne è ancora attuale”

-di GIULIANA SALVI-

Louisa May Alcott è conosciuta dalle ragazze di tutto il mondo come l’autrice di Piccole donne, quel piccolo capolavoro narrativo che quest’anno festeggia 150 anni dalla prima pubblicazione.

La storia delle quattro sorelle March negli anni tragici della guerra di Secessione americana è raccontata magistralmente dall’autrice che con una scrittura chiara e di effetto coinvolge, pagina dopo pagina, emotivamente il lettore. La romantica Meg, l’intrepida Jo, la dolce Beth e la seducente Amy sono descritte attraverso le diverse aspirazioni, i sogni e le speranze, con le sofferenze e le rinunce che la vita immancabilmente riserva ma anche con gli amori che sbocciano e alla fine trionfano.

Le sorelle March sono legate da un affetto profondo alla madre Margaret, saggia e coraggiosa, e sono amiche del giovane, ricco e talentuoso vicino di casa Laurie, grande corteggiatore di Jo che finirà per sposare Amy, la più piccola delle March. Ma la protagonista indiscussa del romanzo e alter ego della scrittrice è proprio lei, Josephine (Jo) March, aspirante scrittrice che dopo varie peripezie riuscirà ad esaudire i propri sogni.

Non tutti sanno che la vita di Louisa May Alcott fu avventurosa proprio come quella della sua eroina. Figlia dell’educatore e filosofo trascendentalista Amon Bronson e di Abigail May, Louisa, seconda di quattro figlie, aveva ricevuto un’istruzione privata curata dai grandi pensatori di quel tempo. Gli scrittori e filosofi Henry David Thoreau, Nathaniel Hawthorne, Ralph Waldo Emerson e la giornalista e attivista Margaret Fuller, si occuparono personalmente della cultura della Alcott che dimostrò sin da giovanissima uno spiccato interesse per la scrittura e una vivace curiosità per tutto ciò che la circondava.

Le difficili condizioni di vita della famiglia Bronson, imposte dallo stile di vita trascendentalista del padre, costrinsero le sorelle a lavorare fin da giovani. Louisa si impegnò come sarta, governante e insegnante. Tuttavia il grande amore per la scrittura, coltivato nei freddi inverni a Concord, nel cottage di famiglia in Massachussets, dove la giovane leggeva avidamente i romanzi delle sorelle Bronthe e di Goethe, ebbe la meglio. L’anticonformista Alcott aveva letto con particolare interesse tutti i manifesti per i diritti delle donne apparsi in quegli anni. In particolare era rimasta affascinata dal pilastro del femminismo americano: La dichiarazione dei sentimenti scritto da quattro donne riunite davanti ad una tazza di tè a Seneca Falls nel 1848. Grande sostenitrice dell’estensione del suffragio femminile, Louisa May Alcott sarà la prima donna a votare nella cittadina di Concord.

La gioia per la pubblicazione della sua prima novella Flower Fables nel 1854 durerà poco. La sorella minore Lizzie, come la Beth di Piccole donne, muore di scarlattina proprio quell’anno.

Sempre determinata e positiva, durante la Guerra Civile americana la scrittrice, decise di prestare servizio come infermiera volontaria nell’Ospedale di Georgetown. Da quell’esperienza trarrà l’ispirazione per scrivere Racconti dall’ospedale, che diverrà in poco tempo un grande successo letterario.

Ma è il 1868 l’anno della consacrazione per Louisa, lei che per poter scrivere aveva usato spesso pseudonimi maschili, pubblica il grande capolavoro della scrittura per l’infanzia e l’adolescenza: Piccole donne (Little Women or, Meg, Jo, Beth, and Amy). Uscito in Italia nel 1908, è considerato ancora oggi il romanzo di formazione per eccellenza per le giovani donne di tutto il mondo.

L’intramontabile freschezza dell’opera di Louisa May Alcott sta nell’aver dato vita a quelle quattro figure femminili che sono state nel fondo le amiche di tutte noi ragazze. Chi può dire di non aver mai sognato di essere un po’come Jo, la sorella ribelle e temeraria, la cui “unica bellezza” è rappresentata dai capelli che lei, l’anticonformista per eccellenza, decide di tagliare e vendere per aiutare la famiglia che versa in difficoltà economiche! Dolorose sono le lacrime alla rinuncia di quei capelli, dolorosa per le conseguenze che ne verranno la sua rinuncia, per orgoglio, al viaggio in Europa con la bisbetica zia March. Alla fine Jo sposerà Friederich Bhaer, il professore di filosofia tedesco conosciuto a New York ma ciò avverrà nella seconda parte del libro pubblicato poco dopo l’uscita del primo. Pare che la Alcott fece sposare Jo con il professore per ripicca verso alcune lettrici che le chiedevano insistentemente di accasare la loro beniamina con Laurie. Così Louisa May Acott scriveva nel suo diario “Le ragazze mi scrivono per chiedermi chi sposerà alla fine le piccole donne come se quello fosse l’unico obiettivo e fine della vita di una donna. Non farò sposare Jo e Laurie per accontentare nessuno”. Al contrario della sua eroina Louisa non si sposò mai e in un’intervista dichiarò “Mi sono sempre innamorata di molte donne carine ma mai una volta di un uomo”. Morirà a Boston a soli 55 anni per un ictus. Era il 6 marzo del 1888 esattamente vent’anni dopo la pubblicazione di Piccole Donne.

Le sorelle March ci hanno aiutato a comprendere meglio l’importanza del sapersi confrontare con il prossimo attraverso gli affetti e l’amicizia ma soprattutto ci ricordano il rispetto che bisogna avere, sempre, per i propri sogni.

Quel romanzo che ci ha fatto compagnia da piccole è oggi più che mai attuale nel suo compito educativo: ricordare a tutte noi ragazze moderne l’importanza delle ‘piccole cose’.

 

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