1984: il primo computer Apple nel segno di Orwell

-di FEDERICO MARCANGELI-

“Il 24 Gennaio Apple Computer introdurrà Macintosh. Vedrete perché il 1984 non sarà come “1984” “. Con questa citazione di Orwell si conclude l’iconico spot del primo Mac. Il 22 Gennaio viene trasmesso per la prima ed ultima volta nel terzo quarto del SuperBowl, diventando il “Miglior spot” dei primi 40 anni dell’evento (premio del 2007). La celebre linea di Computer diventerà nel corso degli anni un’icona e proprio questa pubblicità ha dato lo slancio iniziale all’impresa. I costi di produzione sono stati esorbitanti, soprattutto per l’epoca. 900.000$ di budget per 1 minuto e 3 secondi di video, diretto magistralmente da Ridley Scott.

La scena che si pone dinanzi allo spettatore è molto cinematografica. Una ragazza distrugge un maxi schermo lanciando il suo grande martello ed appare totalmente in contrasto con l’ambiente circostante. Intorno a lei una schiera di persone (in scala di grigi) incantata dal verbo pronunciato dal gigantesco display. L’attacco è rivolto alle “cattive tecnologie”, cioè tutti quei prodotti di massa che appiattiscono l’individualità dell’essere umano. Indirettamente (ma neanche troppo) il bersaglio era IBM, che in quel periodo dominava il mercato.

Nel corso del tempo i Mac sono diventati proprio quello che cercavano di combattere: computer di massa totalmente impersonali. Il successo non fu però immediato. Il 24 gennaio del 1984 il primo vero Macintosh (Mac 128k) fu lanciato sul mercato e non riscosse il successo sperato. Dopo l’iniziale boom (anche legato allo spot), le vendite si fermarono a meno di 10.000 unità mensili. Il flop fu tale da far modificare il modello dopo solo 1 anno di vita. Le cause sono da ricercarsi in due fattori chiave: limiti hardware e prezzo. Rispetto ai competitor disponeva di componenti interni obsoleti (128kb di ram, assenza di disco rigido ed impossibilità di leggere floppy a doppia facciata) e difetti progettuali significativi (come surriscaldamenti anomali per l’assenza di una ventola di raffreddamento). Questo rese complessa l’attività di sviluppo di software ad hoc. La conseguente carenza di programmi ne decretò l’insuccesso. Anche il prezzo di 2.500$ non aiutò a mantenere alte le vendite.

La nota positiva era però rappresentata dalla facilità di utilizzo. Apple copiò e migliorò l’interfaccia ad icone della dello Xerox Star (che 4 anni prima aveva anche introdotto il mouse), rendendo il PC più fruibile alla massa. Nonostante non fosse stata la prima a proporre questa interazione uomo/macchina, riuscì a diffonderla più capillarmente e “renderla sua”. Nel corso degli anni il Mac OS (sistema operativo di Apple) è diventato sempre più iconico, raggiungendo l’8% di tutti i PC mondiali.

Strutturalmente il primo computer Apple era molto distante dalle macchine “ultrasottili” attuali. Il “blocco” comprendeva tutti i componenti e pesava 7.5kg. Il display da 9” incorporato aveva una risoluzione di 512×342 pixel ed uno spessore di circa 25 cm. Il modello di punta attuale monta uno schermo da 27” con 5120×2880 pixel, racchiuso in un guscio 20 volte più sottile del Mac 128k. L’evoluzione è impressionante e dimostra quanto il ritmo della tecnologia viaggi rapidamente.

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