-di VALENTINA BOMBARDIERI-
Grillini, dietrofront! Dall’Euro non si esce più! Parola di Luigi Di Maio. Intervistato ieri da Bruno Vespa a Porta a Porta ha dichiarato: “Io non credo sia più il momento per l’Italia di uscire dall’euro perché l’asse franco-tedesco non è più così forte, e spero di non arrivare al referendum sull’euro che comunque per me sarebbe un’estrema ratio”. Perché, aggiunge il leader pentastellato “: “Noi diamo 20 miliardi di euro alla Ue, dobbiamo contare e andare a quei tavoli per cambiare le regole”. Un mese fa Di Maio aveva dichiarato: “Se si dovesse arrivare al referendum è chiaro che io voterei per l’uscita, perché significherebbe che l’Europa non ci ha ascoltato”.
Tralasciando il luogo in cui Di Maio ha rilasciato le sue dichiarazioni, davanti alle telecamere di Porta a Porta. Le stesse che il M5s avrebbe voluto spegnere per il periodo della campagna elettorale. Era stata Mirella Liuzzi, relatrice di minoranza al regolamento sulla par condicio, a dichiarare la volontà dei 5 Stelle di “Eliminare i programmi di infotainment dalla campagna elettorale oppure ricondurre tutti i programmi sotto testata a condizione che il conduttore abbia un contratto da giornalista”. Soluzioni che avrebbero escluso Bruno Vespa e Fabio.
Coerenza, quella sconosciuta. Dalla posizione dei primi anni in Parlamento la distanza è siderale. Era il 23 marzo 2017: di fronte ai giornalisti della stampa estera in occasione della presentazione del libro bianco del movimento sull’Europa il vicepresidente della Camera disse che “Se dovessimo andare al governo, proporremmo un referendum consultivo sull’euro “spiegando anche che: “la strada è quella di una legge costituzionale con cui prevedere l’istituzione del referendum “.
Il sommo capo Beppe Grillo il 10 dicembre del 2014 tuonò: “Dobbiamo uscire dall’euro il prima possibile”. Una raccolta firme e un portale dedicato dal titolo “Fuori dall’Euro” i mezzi per raggiungere il fine. Un elenco dove venivano elencate tutti gli aspetti negativi della moneta unica e i passaggi per abbandonarla.
Beppe Grillo più che un grande comico, è uno straordinario acrobata e il suo Movimento lo segue a ruota. Al confronto dei numerosi e improvvisi “ravvedimenti” la “folgorazione” di San Paolo sulla via di Damasco appare solo una leggera deviazione dal percorso principale. Come dimenticare l’alleanza con l’Alde e la fuga dall’Upik?
Quello che è veramente imbarazzante il tasso di trasformismo che emerge dalle scelte del comico e del Movimento. Per i grillini tutto appare mutabile, manovrabile in politica: non ci sono valori, non ci sono riferimenti ideali (per quanto perversi e inaccettabili)e i programmi sono scritti con inchiostro simpatico. Come spesso si dice, solo gli idioti non cambiano mai opinione. Ma Beppe Grillo e il suo alter ego Luigi Di Maio devono avere una intelligenza di gran lunga superiore alla media se riescono a cambiare opinione con tanta rapidità. Nel loro universo tutto è possibile. Ma a noi è il nostro universo quello che ci preoccupa