-di MAGDA LEKIASHVILI-
L’attuale presidente della Russia è il candidato ufficiale per le elezioni presidenziali dell’anno prossimo. Vladimir Putin ha presentato i documenti necessari alla commissione elettorale della Federazione Russa e adesso deve aspettare massimo 12 giorni, come i suoi concorrenti, che la commissione valuti la sua cartella. La visita di Putin alla Commissione elettorale è avvenuta un giorno dopo che i suoi sostenitori, dai legislatori agli atleti, hanno firmato per approvare la sua candidatura. Putin sta cercando di ottenere il suo quarto mandato presidenziale come candidato indipendente. La legislazione russa richiede, che i candidati indipendenti ottengano approvazioni da almeno 500 persone. Il capo attuale dello stato ha raccolto un supporto di 600 persone. I candidati approvati dalla commissione possono quindi iniziare a raccogliere le firme necessarie per comparire nel ballottaggio.
I media russi parlano di circa l’80% di elettori a suo favore. Si aggiunga anche la scarsa rappresentanza dei vari leader di opposizione in gara. Così il sessantacinquenne Putin è destinato a vincere facilmente un altro mandato di sei anni nel voto del 18 marzo.
Si pensava che il giovane politico Alexey Navalny avrebbe potuto mettere in difficoltà la candidatura di Vladimir Putin. Ma la sua cartella per la candidatura è stata archiviata. La commissione elettorale ha rifiutato al leader dell’opposizione di sollecitare firme a causa di una condanna penale, considerata da Navalny e dai suoi collaboratori come una vendetta politica. Navalny precedentemente (a giugno) aveva mobilitato migliaia di attivisti in diverse città Russe, soprattutto a Mosca e a San Pietroburgo per protestare, con una manifestazione pacifica, contro la corruzione e la stagnazione politica. E ci è riuscito nonostante i vigorosi tentativi delle autorità di ostacolare o vietare gli assembramenti. Lo slogan più urlato dagli oppositori era di una chiarezza disarmante: “Putin è un ladro”. Il pugno di ferro si è abbattuto sugli oppositori del Cremlino: circa 1200 persone sono state arrestate, la protesta è stata sciolta a colpi di manganellate e gas lacrimogeni. Anche Alexey Navanly è stato tratto in arresto mentre usciva dalla sua casa moscovita per raggiungere il luogo della protesta, a manifestazione non ancora cominciata. La decisione delle autorità di polizia di arrestarlo, non ha colto di sorpresa Navalny che mentre si predisponeva a seguire i poliziotti ha fatto quello che aveva fatto già in un’altra occasione, ha spedito cioè un messaggio ai suoi militanti: “Il tempo in carcere non è sprecato. Non possono metterci tutti in prigione”.
Per Navalny, d’altro canto, non è stato il primo arresto. Fu messo dietro le sbarre anche il 26 marzo scorso, quando aveva incitato alla protesta i russi dopo aver pubblicato alcuni documenti nei quali si affermava che il primo ministro, Dmitry Medvedev, aveva accumulato una ingente fortuna attraverso attività corruttive.
Ufficialmente, le manifestazioni sono state contro la corruzione, ma sono state anche una forma di pressione di Navalny per convincere il Cremlino a farlo partecipare alle elezioni presidenziali. Non sono state di aiuto le ondate di protesta organizzate da Navalny. La condanna subíta gli ha impedito di candidarsi e battere Vladimir Putin.
Dopo il rifiuto Navalny è tentato di preparare una campagna per boicottare il voto, il che sarebbe un imbarazzo per il Cremlino, che è preoccupato per l’apatia degli elettori, e si è concentrato sull’aumento dell’affluenza per rendere la vittoria di Putin ancora più impressionante.
Il coinvolgimento di Ksenia Sobchak, una conduttrice televisiva di 36 anni, potrebbe suscitare l’interesse del pubblico per le elezioni. La sua partecipazione come candidato attira i giovani elettori alle urne. Sobchak, formalmente nominato da un Partito Liberale, l’Iniziativa Civica, sostiene che l’opposizione non dovrebbe cercare di sfidare le autorità con dimostrazioni sanzionate. Le sue osservazioni sono state una chiara risposta a Navalny, che ha incoraggiato i suoi sostenitori a tenere proteste non autorizzate.
Le critiche di Sobchak sull’annessione della Crimea da parte della Russia, la sua richiesta di politiche economiche più liberali e di più ampie libertà, inclusi i matrimoni gay, hanno attirato le attenzioni dei partiti riformisti. Però, Sobchak evita qualsiasi critica personale a Putin. Si parla di lei anche come di una presunta figlioccia di Vladimir Putin. In realtà, Ksenia è la figlia di Anatolij Sobchak, scomparso nel 2000, l’ex sindaco di San Pietroburgo considerato il mentore politico del leader del Cremlino.