-di MAGDA LEKIASHVILI-
Sembra senza fine la scoperta di nuovi elementi a favore della tesi del coinvolgimento russo nelle elezioni presidenziali statunitensi. Il campo di battaglia, però, si è spostata sui social. Pochi giorni fa Twitter ha annunciato di aver chiuso più di 200 account legati ad ambienti filorussi. Poco dopo sono arrivati ancora nuove accuse per la Russia. Ormai è certo che almeno uno degli annunci di Facebook (Facebook ads) è stato acquistato dai russi durante la campagna elettorale presidenziale del 2016 con lo scopo di raggiungere il pubblico di Ferguson, Missouri e Baltimora. La fonte che ha dato la notizia alla CNN fa riferimento al Black Lives Matter, un movimento attivista internazionale, proveniente dalla comunità afro-americana, che promuove campagne contro la violenza e il razzismo sistemico nei confronti dei neri.
Ferguson e Baltimora hanno suscitato l’attenzione generale per le proteste contro le sparatorie con vittime di colore. Il fatto che siano state scelte quelle due città ha fatto posare l’interesse sul modo in cui gli account collegati all’azienda agricola troll associata al governo russo, conosciuta come Agenzia di Ricerca online, hanno utilizzato la pubblicità geograficamente mirata per seminare il caos politico negli Stati Uniti. Secondo le informazioni della CNN, Facebook aveva già rivelato che un quarto dei 3.000 annunci acquistati da quest’agenzia erano geograficamente mirati (geographically targeted) senza, però, indicare i luoghi specifici. Facebook inoltre non ha svelato quali gruppi demografici o gruppi di interesse fossero i destinatari (targeted by the ads).
Il Black Lives Matter è apparso su Facebook tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016. “Ad” inizialmente spuntato come sostegno per il movimento Black Lives Matter, potrebbe anche rappresentare una minaccia per i residenti di Baltimora e Ferguson. Si dice che l’obbiettivo evidente degli acquirenti russi fosse quello di alimentare i contrasti e un’atmosfera caotica, non necessariamente di promuovere un candidato o danneggiarne un altro.
La recensione di Facebook sugli sforzi russi sulla sua piattaforma si è concentrata su un periodo che va dal giugno 2015 al maggio 2017. I post pubblicati in questo lasso di tempo vanno da messaggi che promuovono il Black Lives Matter a quelli che incoraggiano l’uso di armi. Le pubblicazioni riguardavano anche i migranti, descritti in modo tale da rappresentare una minaccia per la democrazia americana. Al di là delle elezioni, i russi hanno cercato di porre domande sulle democrazie occidentali in generale.
L’Agenzia di Ricerca è una struttura ombra, descritta dall’intelligence militare americana come “un’organizzazione finanziata dal governo, che posta sul blog e Twitter per conto del Cremlino”. Gli annunci sono stati acquistati tramite il modello di annuncio self-service di Facebook, che consente agli acquirenti di indirizzare i loro annunci agli utenti in base a diversi criteri, inclusa la posizione geografica, le categorie demografiche e gli interessi specifici. Ma il portavoce del Cremlino ha protestato l’innocenza e il non coinvolgimento dello stato russo nelle elezioni americane, dicendo che non hanno comprato nessuno spazio su Facebook per influenzare i risultati.
Il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, dice che Facebook aveva rimosso “decine di migliaia” di falsi account in Germania durante l’ultimo fine settimana delle elezioni. Esattamente come avevano fatto in America.
Sono argomenti privi di realismo, indirizzati soltanto per giustificare la sconfitta della Clinton. È come il bue che dà del cornuto all’asino. È provato e comprovato che gli Stati cercano di condizionare il voto in altri paesi. I più attivi sono sempre stati gli USA, con la CIA, anche attraverso azioni più concrete. Finanziamenti e qualche attentato. Perfino il ns bulletto è andato negli USA per cercare di influenzare il voto della nostra comunità e poi i giornali esteri, ecc. Comunque quelli che votano sono i cittadini e lo fanno con piena autonomia. Non si fanno comperare ne’ da Putin, ne’ da Renzi, ne’ da altri… se poi si parla delle mail o di Bengasi, la Clinton dovrebbe guardarsi allo specchio ed i del avrebbero dovuto sceglierai un altro candidato!
Non del ma Dem