Trump e Al-Assad, i magnifici 2 contro Cop21

 

-di POLITICO-

È proprio vero che i parenti te li ritrovi e gli amici te li scegli. La strana coppia formata dai presidenti statunitense e siriano è rimasta sola ad opposi alle misure decise dalla riunione di Parigi sul clima del 2015, Cop21. Il presidente del Nicaragua Daniel Ortega ha fatto sapere che ci sta ripensando e che presto il suo paese entrerà nell’accordo teso a salvare il mondo dal previsto disastro del riscaldamento climatico. Il capo sandinista, già bestia nera dei conservatori americani ai tempi della “Contra”, ha detto che così facendo “avrebbe aiutato i paesi più vulnerabili, che sono le prime vittime del cambiamento climatico”. Il Nicaragua, peraltro, è già tra i più virtuosi al mondo in quanto ad uso di energie rinnovabili.

L’annuncio di Ortega arriva dieci giorni dopo le dure parole di Jeffrey Sachs al vertice mondiale sulla pace promosso in Westfalia dalla Comunità di sant’Egidio. Sachs dirige in Columbia Un., a New York, Earth Institute. Ha detto: “Abbiamo meno di trent’anni per metterci al sicuro, poi sarà troppo tardi, i nostri figli e nipoti non avranno speranze. Stiamo innalzando le temperature del pianeta e il livello del mare. Avremo altri uragani, siccità, incendi enormi, piogge violente, tsunami e grandi ondate di calore. Sarà sempre peggio. È terrificante”. Sachs non ha esitato a mettere sul banco degli imputati il presidente del suo paese, ma anche l’ospite Angelina Merkel che fa auto inquinanti e non ne vuole sapere di auto elettriche. Intanto anidride carbonica e altri gas serra si accumulano intorno al pianeta Terra che ne soffoca.

È anche vero che, sotto il profilo tecnico gli Usa dovranno restare nell’accordo almeno sino al 2020, visto che l’uscita viene per ora impedita dai termini dell’accordo, però tant’è, per Trump gli Usa sono già fuori.

La domanda logica è: che ci fa la democrazia americana accanto alla dittatura del massacratore Assad? E ancora: che sugo ci trova l’attuale presidente statunitense a essere uno dei “Final Two” a chiamarsi fuori da Cop21? La risposta non può che darcela Trump: pazientiamo, magari ce la racconta in uno dei prossimi tweet.

Sachs dà la sua risposta, che però, come gli capita troppo spesso, la mette giù troppo semplice. Trump sarebbe un agente dei petrolieri americani, che hanno corrotto lui e molti altri politici così da far rinnegare da Washington la posizione di Obama, favorevole agli accordi di Parigi. Ci spieghi Sachs se trumpisti e petrolieri riuscirebbero a salvarsi dalla catastrofe che il guru ambientalista conferma da qui a meno di 30 anni. La risposta evidentemente è no. Allora avremmo di fronte pazzi autolesionisti che per ingozzarsi di dollari e potere, si attribuiscono solo altri due decenni di gozzoviglie per quindi perire insieme a miliardi di esseri umani poveracci e nullatenenti? Non credibile.

Il fatto è, e la cosa potrebbe risultare indice di persino peggiore insania, che questi signori, per ignoranza, presunzione, e/o senso di onnipotenza, ritengono che l’universo mondo scientifico e politico stia sbagliando, che la tecnologia potrà salvarli dal disastro e che comunque, prima di spostare i loro immensi danari su investimenti eco, debbano sfruttare fino all’ultima dose possibile gli investimenti messi su petrolio e carbone negli scorsi decenni.

In politica, come nella vita esistono anche affinità elettive, e alla fine ognuno ha diritto a scegliersi i compagni di strada che preferisce. Buon viaggio allora Mr. Potus! Con tal Bashar al-Assad, il cui regime, non nel Rose Garden della Casa Bianca mentre passeggiava con sora Melania e sora Ivanka ma all’assemblea generale delle Nazioni Unite, lei ebbe a definire “dittatoriale” e “criminale”. Andate dove volete, non trascinate anche noi all’inferno. Preferiamo altra compagnia e altre strade.

Ci spiegarono, da bambini: dimmi con chi vai …

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