“Sono trascorsi solo due anni da quello straordinario evento dell’Expo 2015 che da Milano mise al centro dell’attenzione mondiale il ruolo economico e sociale dell’agricoltura nella sfida per la sicurezza alimentare e la qualità del cibo. Oggi a solo due anni di distanza l’Italia è piagata dalla siccità. Il governo agisca con tempestività per proteggere questo prezioso patrimonio con aiuti straordinari, avviando un confronto serio con le autorità europee”. Ringalluzzito dalle ultime elezioni amministrative, vitaminizzato dai sondaggi che danno lui e la sua parte in ascesa (bizzarro paese l’Italia: dimentica velocemente i guasti prodotti da chi lo ha governato solo sino a pochi anni fa precipitandolo in una crisi economica buia), è tornato sulla scena, con al seguito il consueto stuolo di “sviolinatori”, il “Grande Imbonitore”. Saranno almeno vent’anni che vengono denunciate le inefficienze dei nostri impianti idrici, che, come si diceva per l’Acquedotto Pugliese, hanno dato più da mangiare che da bere. Ed è da oltre vent’anni che i più accorti parlano dei mutamenti climatici e delle conseguenze nefaste sulla nostra vita. Contemporaneamente in questi ultimi vent’anni Silvio Berlusconi, il Grande Imbonitore, ha guidato il governo dal 10 maggio 1994 al 17 gennaio 1995, dall’11 giugno 2001 al 17 maggio 2006, dall’8 maggio al 2008 al 16 novembre 2011. Non si ricorda che in quelle lunghe parentesi abbia mai agito “con tempestività” sul fronte delle crisi idriche (potenziali o reali che fossero). Va bene la campagna elettorale (in cui è sempre stato un maestro), ma prenderci anche per i fondelli, facendo pensare al mondo di essere sempre stato da un’altra parte rispetto al governo del paese, è veramente un po’ troppo.