“L’articolo 1”: quando una rivista è un momento di discussione

-di FEDERICO MARCANGELI-

Nella mattinata di oggi si è dibattuto sul nuovo numero della rivista “L’articolo 1“. Alla Fondazione Nenni sono giunti numerosi ospiti per dare un contributo alla discussione.
Il Direttore Antonio Maglie ha presentato il progetto editoriale, presentandolo come un momento di discussione sui temi attuali più in voga. In questo numero si sono affrontate le problematicità legate alla perenne lotta tra Sovranisti ed Europeisti, un argomento sempre attuale sulla scena politica attuale.

Salvatore Bonadonna ha aperto la lunga serie di interventi. “Avverto da tempo una particolare condizione dell’umanità, in cui la popolazione è divisa in due classi: sfruttatori e sfruttati. Il gap che si sta creando è sempre maggiore e questa progressione sembra non avere soluzione di continuità. Il potere economico-politico si sta sempre più concentrando, in una deriva capitalistica senza vincoli. Un ulteriore problema chiave è la progressiva accettazione di questo status e di questi valori. Affrontare tali problemi è necessario e va fatto in modo spietato. Però in questi ultimi anni non si è fatto. Ci si è concentrati sulla modernizzazione della società e sulla conservazione dello stato di valori acquisiti nel tempo. Il pensiero operaio è entrato in una fase di stallo. La sinistra (italiana ed europea) non ha avuto la capacità di rispondere all’avanzata della destra capitalistica, non elaborando una risposta concreta alle sconfitte di questi anni. Si è piano piano disarmata per l’assenza di un piano d’azione e di idee concrete. Il nostro compito è quindi quello di fare autocritica ed iniziare un percorso di contrasto al pensiero unico liberista. La cultura critica è una possibile soluzione, è come tale va percorsa.”

Il secondo contributo di Carlo Ghezzi si è soffermato sul tema del populismo. “Le masse popolari sono state attirate da questi movimenti, entrando nell’orbita delle destre. E’ necessario riflettere sugli errori del passato, criticando gli assunti proposti dal pensiero dominante: la globalizzazione senza freni e la svalutazione del lavoro. Il problema è che queste ideologie sono state supportate anche dalla sinistra, che non ha fatto nulla per contrastarle. Dopo la crisi del 2008 si sarebbe dovuta cambiare l’impostazione di tutta la società, ma così non è stato. Si sono ricercati rimedi temporanei, che non risolveranno definitivamente la situazione di stallo in cui siamo caduti. Si dovrebbe cambiare il paradigma dell’economia, indebolendo i capitali finanziari dominanti e riportando il lavoro al centro di tutto. La sinistra fino ad oggi non è riuscita a spingere verso questo cambiamento e proprio per tale motivo le masse si sono rivolte a destra, nell’illusoria speranza di un cambiamento.

Franco Lotito è stato il protagonista del terzo intervento.”La rivista centra il punto della situazione attuale, spingendo al dibattito su alcuni temi molto pressanti per la società. Per quanto riguarda il populismo bisognerebbe essere più ottimisti. E’ vero che è molto diffuso in Europa e nel mondo, ma non si devono sottovalutare le sue battute di arresto (Francia, Olanda ecc). Questo può essere un segno confortante per il futuro. Quello di cui bisogna preoccuparsi è che, nonostante ciò, le vittorie sono comunque andate alle destre moderate. Le sinistre non sono riuscite a cogliere l’occasione per rilanciarsi. Quel che è mancata è stata una reinterpretazione dei problemi sociali “da sinistra”, allo scopo di offrire soluzioni nuove ed alternative. L’egemonia del pensiero unico liberista va smontata ed attaccata con una “via socialista” più forte. I paradigmi moderni vanno messi in discussione, perché lo sfruttamento delle masse ha raggiunto un punto critico: non è un caso il legame tra grandi capitali (come Amazon) e condizioni di lavoro sottopagato. In questo momento di crisi non si può che provare ad attaccare tali ideali. Ben venga “L’articolo 1” come momento di riflessione.

La chiusura è stata affidata a Gianmario Mocera. “E’ importante portare i lavoratori nella gestione delle aziende, è l’unico modo per diminuire gli squilibri sociali. La politica deve creare i presupposti per questo sistema duale. Il modello tedesco è fattibile ed aiuterebbe l’intero movimento”.

fondazione nenni

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