Il complotto di Airola (M5s) contro l’intelligenza degli italiani

Chi di complotto ferisce di complotto perisce. O si autoferisce. È il caso di Alberto Airola, senatore del Movimento 5 Stelle che essendo preoccupato dalle conseguenze che sull’immagine della sindaca di Torino, Chiara Appendino, avrebbero potuto avere quei minuti di psicosi collettiva con oltre mille feriti in Piazza San Carlo dove i tifosi della Juventus si erano radunati per seguire la Finale (4-1 a favore del Real Madrid) di Champions League, ha immediatamente puntato il dito contro i giornalisti che stavano diffondendo dati “farlocchi” sul numero di coloro erano finiti al pronto soccorso per l’infondato panico-bomba (i giudici indagano per procurato allarme). Tutto con un post sugli amati social; soprattutto tutto senza aver verificato, senza essersi informato, senza aver valutato direttamente le conseguenze di quei minuti, fedelissimo in sostanza al principio che prima si pigia sulla tastiera e poi si attiva il cervello. Ovviamente il complotto non esisteva, i numeri forniti dagli “odiati” giornalisti che prevedono nella loro professione il “giro degli ospedali” (momento caratterizzante del “giro di nera” di cui Airola ovviamente non sa nulla), erano fondatissimi. Il senatore ha chiesto scusa perché l’unico complotto lo aveva ordito lui stesso: contro l’intelligenza degli italiani.

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