Go Beyond: lezione su una società che non ascolta

-di VALENTINA BOMBARDIERI-

Il silenzio come auspicio per l’ascolto. L’ascolto dei lavoratori, delle persone vicine al sindacato. Tre minuti di silenzio, scanditi da una clessidra e delle fotografie: “ascoltate e non omologatevi”. L’invito e l’intervento di Pierpaolo Bombardieri, segretario organizzativo della UIL al settimo incontro del ciclo seminariale Go Beyond. Tre minuti di silenzio per porre al centro dell’incontro i giovani. Giovani sorpresi e chiamati a mettersi in gioco per la prima volta. Nessuna parola e nessun monito, un intervento provocatorio per riflettere su temi come l’ascolto, lo scambio, la società che cambia e il sindacato costretto a cambiare se vuole sopravvivere. Un sindacato che deve aprirsi e ascoltare, che deve parlare con la gente.

I ragazzi intervengono con molta curiosità interrogandosi sulla necessità e le modalità di interazione dei corpi intermedi. Quante volte ascoltiamo solo perché abbiamo fretta di rispondere? È la prima domanda posta dal Segretario Organizzativo, Pierpaolo Bombardieri. I Millennials hanno bisogno di essere ascoltati e il silenzio regalato dal segretario confederale ha rotto completamente gli argini di ragazzi che chiedono di essere ascoltati. Ragazzi che chiedono nuovi luoghi di socializzazione e di discussione e di confronto. C’è bisogno del sindacato, di un sindacato che crei luoghi di discussione e Go Beyond per molti oggi è stato proprio questo. Tra i temi toccati anche le sfide quotidiane del sindacato e il mondo dell’assistenza.

Il secondo intervento è quello del segretario generale Carmelo Barbagallo. Il benessere lavorativo al centro del discorso. Riflessioni su un mondo che cambia e sulla necessità dell’intermediazione, anche tra “una generazione cresciuta a Twist e una generazione cresciuta a Twitter”. Carmelo Barbagallo chiede ai giovani di essere se stessi. Analizza inoltre quelli che sono i problemi di rappresentanza del sindacato, il problema della percezione della vicinanza del sindacato alla politica che è stato la causa della perdita di molto consenso.

Immagini e slide anche per la parte dedicata alla comunicazione curata da Antonello di Mario e Francesco Miscioscia. “Se non si ha qualcosa da dire, è meglio tacere”. Velocità, determinazione e rapidità come nodo centrale della comunicazione. “Le grandi organizzazioni hanno bisogno di forti comunicatori in grado di monitorare quello che succede nel mondo che ci circonda”. Le parole di Antonello Di Mario.

“La rete ci renderà stupidi?”. La domanda di Francesco Miscioscia per stimolare i ragazzi nel pubblico. Una vera e propria lezione di comunicazione sui social media. Analisi interessanti riguardo ai modi di comunicare, ai target di riferimento, ai competitor. Un mondo tecnologico che corre più veloce di noi, il mondo di telefoni come scatole nere che contengono passato, presente e futuro del proprietario. Matteo Renzi, Barak Obama, Illary Clinton e Beppe Grillo come paradigmi di una comunicazione politica che cambia, figlia di un cambiamento a cui non ci si può sottrarre.

 

 

Valentina Bombardieri

Rispondi