Migrazione multilaterale: qual è la ricetta?

-di MAGDA LEKIASHVILI-

Chi non vorrebbe vivere nel paese proprio natale con i propri parenti? Basta avere una vita dignitosa, un lavoro stabile e la pace. Ma il mondo di oggi, pieno di conflitti e crisi economiche, soprattutto nei paesi del terzo mondo, non ci permette di stare fermi. A dire la verità, non ce l’ha mai permesso. Il fenomeno delle migrazioni è antico quanto l’uomo. Da quando esiste l’essere umano, esistono anche i suoi spostamenti. Considerando solo la migrazione umana, e intendendo gli spostamenti come territoriali, questo concetto assai ampio di migrazione fa riferimento a qualsiasi cambiamento dello spazio. E quindi siamo tutti migranti. Solo che ci spostiamo per diversi motivi.

Le migrazioni sono diverse per tante ragioni. Sono diverse nel loro modo di porsi: migrazioni dei richiedenti d’asilo, migrazioni dei rifugiati, migrazioni cosiddette economiche, quando si va alla ricerca di un lavoro meglio retribuito rispetto al paese d’origine. Si aggiunge anche lo sviluppo tecnologico, che sotto molti punti di vista ruba posti di lavoro e costringe le persone a emigrare.

L’aumento dei movimenti migratori nel Mediterraneo verso l’Europa, dal 2014, spesso definito come “crisi”, ha invitato gli stati membri dell’Unione Europea e le istituzioni europee a elaborare politiche di accoglienza e di gestione per la stabilità e la sostenibilità, nel rispetto dei diritti umani. Tutti i paesi – di origine, transito e di destinazione – sono chiamati a cooperare e trovare le soluzioni più efficaci e sostenibili a lungo termine, in nome di uno sviluppo condiviso.

Diversi autori di molti paesi, hanno cercato di collaborare a livello sociologico, politico, economico e culturale, applicando metodi qualitativi e quantitativi. Come risultato viene presentato un libro intitolato : Pursuing Stability and a Shared Development in Euro-Mediterranean Migrations. La qualità di questo lavoro sta nel fornire una valutazione viva, realistica e profonda della situazione attuale legata alle migrazioni euro mediterranee. Gli autori riportano un analisi delle politiche sia europee che locali per la gestione dei movimenti e le relazioni sociali dei migranti.

Tenendo conto che la migrazione è un fenomeno multilaterale, la ricetta per risolvere i problemi collegati non può essere di livello nazionale. Un progetto globale, basato sulla percezione uguale di un problema da parte di tutti i paesi coinvolti, potrebbe portare alla ricerca di una chiave.

Durante la presentazione del libro i relatori hanno accennato al fatto che la migrazione ha i suoi aspetti morali. Il destino dei migranti suscita compassione e spesso verso i loro confronti nasce la solidarietà umana. Il libro però parla di un fenomeno di migrazione in termini politici, economici. Anche perchè, tutto il resto è abbastanza scontato. Spesso attribuire alla migrazione termini morali o psicologici, è soltanto un modo di nascondere le soluzioni.

Il moderatore dell’incontro, Luigi Troiani, riporta i dati riguardo all’immigrazione secondo i quali in Italia ci sono 5 milioni e 24 mila stranieri ufficiali. Cinque volte più di vent’anni fa. Tra i migranti registrati, 814 mila sono studenti, 10 volte più quello di 10 anni fa. Non è il numero in se importante, quanto l’accelerazione e la velocità del processo migratorio. È lecita la domanda: le migrazioni, nei numeri che si esprimono oggi, possono essere un rischio politico per i paesi d’accoglienza? Per l’Italia la migrazione, da un lato può essere considerata come una migrazione di successo per i numerosi imprenditori che acquisiscono lavoratori. Anche per la partecipazione degli studenti stranieri nelle università italiane. Ma dall’altro lato, spesso la politica (e i politici) rifiuta di svelare le soluzioni legate alla crisi, su come gestire l’onda dell’immigrazione, o non ci dice come funzionano i campi d’accoglienza. Bisogna che la politica prenda decisioni, mentre l’economia fa i calcoli e valuta gli interessi.

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

Rispondi