-di DONATELLA LUCENTE-
Come noto, negli Stati Uniti la festa del lavoro non si celebra il 1 maggio, ma in altra data. Eppure oggi in molte città e campagne degli Stati Uniti decine di migliaia di lavoratori e le loro famiglie, scenderanno in strada e nelle piazze per una grande manifestazione. Al centro, la rivendicazione dei loro diritti e la legalizzazione della posizione lavorativa e civile. In ballo un principio che fino a ieri sembrava scontato: la cittadinanza attraverso il lavoro.
“Center for American Progress” informa che ben quarantadue organizzazioni di immigrati e non, insieme al Movimento della Riforma dell’Immigrazione (FIRM) saranno in prima linea, bandiera degli Stati Uniti in mano, per chiedere a gran voce il riconoscimento della loro identità.
Sono donne e uomini che in silenzio tirano avanti l’economia nazionale, garantendo alla classe media e ai ricchi americani la loro ascesa economica accudendone i figli, pulendone gli uffici e le case, lavorando in retrobottega e retroristoranti nei quali fanno acquisti o consumano pasti. In gran parte si accontentano di paghe basse, e il principio non vale (come da sempre) solo in agricoltura, ma nell’edilizia, nella ristorazione, nell’intero terziario di mercato.
Nei primi mesi alla Casa Bianca, Donald Trump ha più volte promesso un approccio molto duro sull’immigrazione illegale, partendo dal rimpatrio di milioni di persone. Trump crede che l’attuale sistema abbia creato un eccesso di offerta di lavoratori non qualificati, facendo diminuire le opportunità lavorative e i salari per i cittadini con un diploma superiore o meno.
Un primo maggio così, da parte degli immigrati, serve a dire al presidente che è suo dovere garantire che chi lavora e arricchisce il paese, pagando le tasse, merita di essere riconosciuto come cittadino. Il che, peraltro, si lega, alla richiesta di diritti sociali, e sanitari. Si chieda la Casa Bianca, come osserva da Washington, D.C., come sarebbe il paese senza gli immigrati, e cosa accadrebbe dell’economia americana se, d’improvviso, tutti loro abbandonassero gli Stati Uniti.
La Festa del lavoro o Festa dei lavoratori viene celebrata il 1º maggio di ogni anno in molti paesi del mondo per ricordare la lotta dei lavoratori per la riduzione della giornata lavorativa.
L’origine risale alla manifestazione organizzata a New York il 5 settembre 1882 da Knights of Labor, associazione fondata nel 1869. Due anni dopo, nel 1884, in analoga manifestazione. Knights of Labor approvarono la risoluzione che fissava per l’evento la cadenza annuale.