Intervento alla Stony Brook University

“I corpi intermedi come antidoto ai populismi” è il tema che Giorgio Benvenuto, come Presidente della Fondazione Pietro Nenni,sta esponendo in questo momento ai docenti e agli studenti della Stony Brook University di New York nell’ambito del convegno “Explaining the emergence of populist movimento and their impact on western democracies”.

Di seguito la prima parte parte dell’intervento:

Nelle società moderne i corpi intermedi presenti ed attivi nella vita sociale sono l’insieme delle organizzazioni di rappresentanza di vari interessi e di valori, come sindacati, associazioni imprenditoriali, movimenti, volontariato che mobilitano e creano consenso attorno ad obiettivi di vario genere, garantendo al tempo stesso coesione sociale e ed un ordinato sviluppo della dialettica fra essi e le Istituzioni. Hanno svolto un ruolo fondamentale anche in termini di creazione di classe dirigente delle società in cui hanno operato. Un solo esempio che riguarda l’Italia all’indomani della seconda guerra mondiale è quando si stava ricostituendo un sindacato unitario, la Cgil, con le componenti storiche presenti nel movimento dei lavoratori, che si erano bat- tute contro il nazifascismo. Allora da parte cattolica si creò, con l’assenso del Vaticano, un movimento denominato Acli che in realtà era la corrente cristiana dei lavoratori all’interno della Cgil unitaria. Quando nacque la Cisl, dopo la scissione sindacale del 1948, i dirigenti e quadri aclisti passarono in massa nel nuovo sindacato e le Acli si privarono di gran parte della loro rete organizzativa e “politica” per tale motivo. Nel corso dei decenni molti dirigenti sindacali sono approdati a ruolo istituzionali, politici, amministrativi.

Lo smarrimento che agita le nostre società dunque ha prodotto conseguenze non di poco conto, fra le quali l’emergere dei populismi nel mondo e le crisi dei loro più diretti antagonisti, ovvero proprio i partiti e i corpi intermedi operanti nella vita sociale ed economica, tradizionali stabilizzatori della convivenza civile, ma anche portatori di progetti e di idee di cambiamento.

Ha perso significato contemporaneamente quel potente fattore di coesione sociale che è la solidarietà. Un valore che avvicina tradizioni e culture come quella socialista e cristiana. Il socialismo, diceva Pietro Nenni, padre della Repubblica italiana, è portare avanti quelli che sono rimasti indietro. Ma il valore della solidarietà, che non è pietismo o assistenzialismo, è anche il fondamento ideale per costruire con passione un cammino di giustizia sociale ed economica che è alla base della cultura riformista. E che vuol dire anche sottrarre ai pericoli di involuzione autoritaria valori come la libertà, la democrazia, il rispetto della dignità umana.

Passione e ragione, determinazione e speranza. Sono le molle che hanno permesso ai sindacati, ad esempio, i corpi intermedi più esposti a rischi di declino quando una società tende a cambiare, di realizzare in decenni di lotte delle gigantesche conquiste sociali ed economiche, tali da contrastare lo sfruttamento del lavoro, l’umiliazione della dignità del lavoratore, e, fuori dei luoghi di lavoro la povertà e la disoccupazione. Va notato che non è facile oggi aggregare e svolgere un ruolo tipico dei corpi intermedi quando in Europa e non solo vengono rimesse in discussione quasi tutte le forme di partecipazione alla vita pubblica e delle aziende. Questo indirizzo deriva non solo dalla profonda recessione che abbiamo alle spalle, o dallo strapotere della finanza che si è impadronita di buona parte dei processi di globalizza- zione. È la conseguenza anche del timore di vedersi sottrarre il benessere con- quistato a prezzo di lunghe e dure lotte a causa dell’irrompere sulla scena economica della innovazione e delle nuove tecnologie…

fondazione nenni

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