-di MAURIZIO BALLISTRERI-
“Se non si vuole decidere, si insedia una commissione di studio”, questo vecchio detto della politica italica di stampo doroteo e andreottiano ben si attaglia alle ultime dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture Graziano Del Rio a proposito dell’attraversamento sullo Stretto.
Infatti, com’è possibile che dopo anni di studi pubblici, con la scelta tipologica del ponte e il progetto definitivo, si torni improvvisamente indietro, annunciando nuovi approfondimenti sull’attraversamento nello Stretto?
E, soprattutto, cosa significa l’ipotesi di attraversamento non stabile?, forse il “teletrasporto” dei film di fantascienza “Star Trek” o il ponte di barche per portare sul continente un contingente di elefanti, che l’esercito romano avevano catturato ai cartaginesi, narrato dal geografo greco Strabone?
La verità è che questo governo, sul ponte e sulle altre grandi infrastrutture per il Sud, ha scelto di non decidere, abbandonando il Mezzogiorno alla marginalità e alla disoccupazione di massa, con la continua emorragia di giovani, che cercano lavoro al Nord o all’estero.
Eppure, nei convegni si sprecano le dichiarazioni sul ruolo del Mediterraneo quale baricentro del sistema degli scambi a livello internazionale, soprattutto dopo il “raddoppio” del Canale di Suez, costituendo una straordinaria opportunità per il Mezzogiorno d’Italia, che, se opportunamente attrezzato sul terreno infrastrutturale, può divenire la piattaforma logistica ed operativa di una sorta di porta di comunicazione tra l’Europa e l’Oriente. Ma per cogliere questa straordinaria opportunità servono per il Sud massicci investimenti in porti, autostrade, reti ferroviarie e collegamenti telematici, politiche fiscali ed energetiche di vantaggio ed ai governi nazionale e regionali sta, di conseguenza, il compito di agevolare tale prospettiva. In particolare la realizzazione del “Corridoio Meridiano” potrebbe servire a creare una vera e propria piattaforma euromediterranea, per una macroarea che integri Sicilia, Calabria, Puglia e Basilicata.
E, quindi, vanno rilanciate le potenzialità del Corridoio Transeuropeo 5 come nodo per l’attivazione del “Corridoio Meridiano”, una dorsale intermodale mediterranea che promuova le opportunità e le domande di mobilità di persone, beni e servizi, in cui riprendere il tema della realizzazione del Ponte sullo Stretto e delle infrastrutture di collegamento in Sicilia (raddoppi ferroviari, riqualificazione della rete autostradale, aeroporti, hub portuale, banda larga). Gli elementi più interessanti di questa prospettiva risiedono nelle sinergie che si possono stabilire tra infrastrutture materiali ed immateriali e, soprattutto, nella creazione di un sistema globale di gestione e di controllo dei traffici di merci e di persone lungo i corridoi plurimodali e nei nodi di scambio, provocando anche uno spostamento dei flussi dal Centro-Europa verso il bacino mediterraneo. E a fonte di queste esigenze qual è la risposta di Del Rio?: studieremo ancora! Per non parlare della disastrosa scelta dell’Autorità Portuale dello Stretto a Gioia Tauro, con la spoliazione di Messina quale sede naturale, per la quale sarebbe, a fronte della drammatica crisi occupazionale di quel porto e del suo pesante indebitamento, facile affermare che era stato previsto.
A fronte di questi atteggiamenti del governo nazionale, ma anche dell’insipienza della rappresentanza politica locale, riecheggiano, proprio nei giorni in cui è stato celebrato il 50° della sua scomparsa, le parole del principe de Curtis, il grande e incommensurabile Totò, “onorevole, ma mi faccia il piacere, se ne vada!”.