-di MAGDA LEKIASHVILI-
Il presidente della Cecenia Ramzan Kadyrov ha giurato di eliminare la popolazione gay entro la fine del mese di maggio. Il leader, appoggiato dal Cremlino, vuole “pulire” il suo paese all’inizio del mese sacro musulmano del Ramadan (nel calendario musulmano, nome del nono mese lunare, nel corso del quale si osserva la completa astensione quotidiana, dall’aurora al tramonto, da cibi e bevande). L’informazione viene diffusa dalla rivista gay più venduta del Regno Unito, Attitude.
Già all’inizio del mese di Aprile, i media parlano di cento persone, di 16-50 anni, detenute dalle autorità negli ultimi mesi. Dopo l’arresto le minoranze vengono messe nei primi campi di concentramento dedicati proprio alle persone LGBT (Lesbiche Gay Bisessuali Transgender). Novaya Gazeta, il quotidiano russo dell’opposizione, porta testimonianze di brutalità e uccisioni emerse in Cecenia. La regione, che ha la popolazione in maggioranza musulmana, utilizza i campi per costringere gli omosessuali a promettere di lasciare la repubblica. Le repressioni contro gli uomini gay cominciarono dopo una marcia per i diritti dei gay nella capitale di Grozny.
La rete russa LGBT non condivide la politica di Kadyrov ed è pronta a elaborare un piano per offrire alle vittime l’evacuazione. Inoltre dichiarano che nessuna tradizione o norme nazionali/tradizionali/religiose possono giustificare il sequestro o l’uccisione di un essere umano. Per cui, ogni riferimento a tradizioni per giustificare omicidi è amorale e criminale.
La Russia è il più grande partner della Cecenia, per questo motivo Amnesty International aveva invitato le autorità russe ad adottare tutte le misure possibili per indagare sulle accuse, da parte dei giornalisti verso il governo ceceno, di violazione dei diritti dei propri cittadini. Nel frattempo, l’organizzazione internazionale sta cercando di scoprire i campi in cui vengono tenuti gli uomini gay.