-di FRANCESCA VIAN-
“Lo spirito mercantile è una delle umiliazioni dell’umanità. Si trattano i popoli come branchi di montoni, si affermano degli interessi e non le ragioni della giustizia.” Da Pietro Nenni, Le proposte dei tre per la pace greco-turca, Avanti!, 28 marzo 1922, pag. 6.
“L’internazionalismo è il solo sentimento capace di presidiare la pace.” Da Pietro Nenni, L’Italia o se più vi piace la patria, in Avanti!, 11 giugno 1922, ripubblicato in La battaglia socialista contro il fascismo, Milano, Mursia, 1977.
“Compiango gli italiani che non hanno compreso che la disfatta del 1943 non è dovuta a questo o quell’episodio, non è il risultato di questo o di quell’errore tattico o strategico, ma è la condanna di tutta la politica estera della borghesia italiana, dalla Triplice alleanza fino all’Asse. È la punizione caduta sul Paese che era uscito dalle vie del suo destino, che sono le vie non della guerra, ma del lavoro e della pace.” Da Pietro Nenni, Discorso all’Assemblea Costituente, Sulla fiducia al terzo governo De Gasperi, 18 febbraio 1947, Discorsi parlamentari (1946-1979), a cura di Mario Pacelli, Roma, Camera dei deputati, 1983.
“Si va alla guerra o alla pace non secondo le intenzioni degli uomini, ma secondo la loro politica.” Da Pietro Nenni, Discorso alla Camera dei deputati, Mozione sull’adesione dell’Italia al Piano Marshall, 4 dicembre 1948, Discorsi parlamentari (1946-1979), a cura di Mario Pacelli, Roma, Camera dei deputati, 1983.
“Perché dovremmo esporci al rischio di diventare cenere atomica?” Da Pietro Nenni, Discorso alla Camera dei deputati, 30 gennaio 1958, Interpellanza sulla politica estera ed il disarmo, Discorsi parlamentari (1946-1979), a cura di Mario Pacelli, Roma, Camera dei deputati, 1983.
“Il sentimento più profondo in noi è la salvaguardia della pace. Tutto il resto viene dopo.” Da Pietro Nenni, Discorso alla Camera dei deputati, 5 febbraio 1958, Interpellanza sulla politica estera ed il disarmo, Discorsi parlamentari (1946-1979), a cura di Mario Pacelli, Roma, Camera dei deputati, 1983.
“Non bisogna cedere al ricatto atomico. Non è mostrando che abbiamo paura che conquisteremo la pace.” Da Pietro Nenni, Il mondo comunista e la coesistenza pacifica, “Mondo operaio”, luglio-agosto 1960, n. 7-8, ripubblicato in “Mondo operaio. 1956-1965”, antologia in due volumi a cura di Gaetano Arfè, 1966, Luciano Landi editore.
Nell’iconografia socialista era frequente l’immagine di Gesù Cristo, come un simbolo, anche risorto nella luce. L’immagine di copertina, “Giuda”, riporta un disegno di Giuseppe Scalarini, apparso sull’Avanti! del 23 novembre 1914 (scalarini.it). La figura di Giuda è quella di Mussolini, che ha tradito il popolo votandosi alla guerra, durante il primo conflitto mondiale. I socialisti italiani, invece, abbracciarono la causa della pace, e così i cattolici: il papa Benedetto XV definì la prima guerra mondiale “un’inutile strage”, e i socialisti gli resero per questo un commosso omaggio alla sua morte. Giuseppe Scalarini commentò questo disegno molti anni dopo (1948), nell’articolo satirico: “Quando gli mostravo i miei disegni, mi confessava (sottointeso Mussolini) che non se ne intendeva, e infatti la satira non la capiva; la capì però quel giorno che pubblicai un disegno, intitolato Giuda, che rappresentava Cristo raggiante, sulla vetta di una montagna e dietro di lui, nell’ombra, Mussolini che gli si avvicinava piano piano, armato di pugnale, per colpirlo alle spalle. Una mano pietosa cancellò i 30 denari. Quando lo vide, montò in bestia. – Guarda – disse a Riboldi – come mi tratta quell’infame Scalarini. Questa fu una delle poche volte che lo misi chiaramente sul giornale, perché io combattevo le istituzioni e non le persone: la guerra e il fascismo, non Mussolini. Serrati ci aveva poi ordinato di non nominarlo mai, per nessuna ragione, come non esistesse, e questa, diremo così, dichiarazione di morte lo rendeva furibondo”. Scalarini fu inviato al confino a Ustica e in altre località, dove non poté esercitare la sua arte per molti anni. Nei confini, le persone lo ritenevano amico di Mussolini, ma lui diceva di no: “Ma non vedete che mi ha mandato al confino? (…) Amico di Mussolini, con questo diploma girai tutti i campi di concentramento”. Però, da Uomo che era Scalarini, venne anche il tempo del perdono: “Un giorno, alcuni mesi prima della sua terribile fine, mi mandò a salutare per mezzo di Carlo Silvestri: la fiamma dell’odio si era spenta ancora prima che si spegnesse in piazzale Loreto ed io tornai quel giorno l’amico di Mussolini” (Giuseppe Scalarini, “Immeritato diploma di amico di Mussolini”, Avanti!, 1 agosto 1948, ripubblicato in http://www.scalarini.it/it/opera-artistica/vita-con-mussolini/immeritato-diploma).
Gli aforismi e i pensieri di Nenni delle puntate precedenti si trovano in “Parole d’autore”. Arrivederci a domenica 23 aprile 2017 con gli aforismi e i pensieri di Nenni. francescavian@gmail.com