Il filo rosso dell’arte che lega l’Europa

-di FEDERICA PAGLIARINI-

Che cosa lega i movimenti artistici più importanti con le epoche storiche? Cominciamo con il parlare del Rinascimento, l’epoca più importante e ricca di avvenimenti. Sbocciato all’inizio del XIV secolo e prolungatosi fino alla fine del XVI secolo (tenendo conto che la durata di un periodo storico è una periodizzazione data dagli studiosi e non deve essere intesa secondo compartimenti stagni), il Rinascimento si pose come principale obiettivo quello di mettere l’uomo al centro del mondo, sotto tutti i punti di vista. Il termine è stato coniato per la prima volta dal noto biografo Vasari che, nelle sue Vite, utilizzò la parola “rinascita”, per indicare un ciclo che secondo lui partiva da Giotto e arrivava fino a Masaccio e Brunelleschi. C’era stato quindi, nel mondo dell’arte, un allontanamento dalla maniera bizantineggiante per tornare al mondo artistico greco e romano. Non a caso, anche nelle corti italiane si ricominciò a leggere e studiare gli antichi. Sarà Petrarca ad ispirare l’Umanesimo, credendo in un rinnovamento della cultura grazie alla riscoperta del mondo classico. Si pensava si potesse uscire così dai secoli bui del Medioevo, allontanarsi dalla sua oscurità, per far rinascere un’epoca nuova e di fioritura culturale.

In tutto questo l’arte non poteva certo mettersi da parte e le sue manifestazioni sono quanto mai sintomatiche del periodo. Come si è detto, l’uomo era diventato il fulcro del mondo, l’essere intorno al quale gravitava tutto. Firenze è stata da sempre considerata la culla del Rinascimento. Basti citare nomi come Donatello, Giotto, Masaccio e Brunelleschi per evidenziare l’importanza dell’arte in questo periodo. Nascerà adesso la prospettiva che metterà l’uomo al centro di uno spazio fisico reale e di conseguenza tridimensionale. Già con Giotto avremo le prime avvisaglie di uno spazio costruito, non più piatto e bidimensionale, anche se non ancora perfezionato. Sarà poi con Brunelleschi e Piero della Francesca che avremo una prospettiva realizzata a regola d’arte. Il pittore di Borgo San Sepolcro scriverà addirittura dei trattati sulla prospettiva che detteranno le regole per uno spazio costruito a misura d’uomo. Il Rinascimento è quindi lo specchio di un’epoca storica e artistica. Michelangelo e Raffaello, nel pieno Rinascimento maturo, saranno gli artefici di questo splendore. Le sculture precise, calcolate e maestose del Buonarroti (il “David” solo per fare un esempio) o i ritratti di Raffaello, fanno capire come ogni opera d’arte fosse studiata secondo i dettami del Rinascimento. La Cappella Sistina con gli affreschi realizzati sotto Papa Sisto IV e la splendida volta michelangiolesca voluta da Papa Giulio II, sono la base e l’apoteosi del Rinascimento. Mettono in luce la straordinarietà dell’uomo in un’epoca che puntava all’elevazione del genere umano, anche se sappiamo da fonti storiche, come soprattutto Roma, era in questo periodo tutto tranne che una città all’avanguardia e modernizzata rispetto ai tempi. Non è un caso che gli artisti chiamati ad affrescare la Cappella Sistina, siano tutti di origini fiorentine. Era Firenze infatti la città cuore del Rinascimento e anche gli artisti erano tra i migliori del tempo. Si creava così una sorta di scambio “culturale”: gli artisti fiorentini arrivavano a Roma e studiavano le antichità che la città offriva e con le opere realizzate, lasciavano alla città un patrimonio d’arte inestimabile che sarebbe rimasto ai posteri. Anche la città eterna però voleva nuovamente risplendere e la prima iniziativa fu la riedificazione della nuova basilica di San Pietro che doveva diventare il centro della cristianità nel mondo. I lavori si protrassero per secoli (si arrivò al periodo barocco con Bernini), ma già era chiaro il messaggio rinascimentale che si voleva imprimere.

Si penserà che il Rinascimento abbia avuto risonanza solo in Italia, ma in realtà non è così. Anche in Europa, in particolare nei Paesi Bassi, nacque un proprio tipo di Rinascimento. Era chiamato periodo dei “Primitivi fiamminghi” ed era assimilato proprio al Rinascimento italiano. Qui la rivoluzione culturale fu capeggiata da van Eyck che apportò delle modifiche importanti nell’arte del tempo, che rispecchiavano la cultura delle Fiandre. Anche qui si studiò la prospettiva, ma non nei modi brunelleschiani. I pittori fiamminghi volevano creare lo spazio con la luce, plasmare le figure con la palpabilità di una fonte luminosa.

La ricca attività di questi pittori era dovuta alle agiate condizioni dei Paesi Bassi in questo periodo: traffici fiorenti, un fitto commercio con l’Europa e una stabilità politica. Il loro interesse per il particolare, così come per le cartine geografiche, nascono dalla frequenza di viaggi e dai fitti scambi commerciali, ma non solo, che incentivavano la loro attività. Per questo si può parlare anche qui di Rinascimento, dato che la rinascita culturale fu importantissima. Tutto questo ci fa capire come i movimenti culturali abbiano una continuità di interessi e prospettive non solo in Italia, ma in tutta Europa.

Arrivando in epoche più vicine a noi si comprende come questa continuità di movimenti ed epoche storiche non si sia fermata. Un esempio altisonante è il futurismo, movimento culturale nonché artistico. Nato all’inizio del XX secolo, il futurismo, come dice la parola, si pone come un movimento che vuole iniziare una fase evolutiva nella società e nella cultura. Lo stimolo venne dato dai grandi avvenimenti scatenatesi nel Novecento: prima guerra mondiale, cambiamenti politici, nuove scoperte tecnologiche. La velocità era quindi la parola d’ordine, in un mondo dove tutto stava cominciando a correre sempre di più. L’arte in questo senso non farà altro che toccare queste tematiche. Pensiamo ad esempio a Boccioni, dove con la scultura “Forme uniche della continuità nello spazio”, la velocità e il movimento vengono enfatizzati e sottolineati. Un uomo sta camminando e viene immortalato in simultanei spostamenti che farebbe per avanzare verso lo spettatore. Può essere interpretato come una sorta di studio di dinamica spaziale. Il dinamismo lo vediamo anche in Balla con il quadro “Dinamismo di un cane al guinzaglio” (1912). L’animale viene rappresentato mentre cammina; si vedono tante zampe, una accanto all’altra, per indicare il suo veloce movimento. La sua continuità con il periodo storico è evidente anche nella strumentalizzazione che ne fa il regime fascista agli inizi degli anni Venti. Mussolini la eleva quasi ad arte personale, volendo che essa celebri la sua persona e la sua politica dittatoriale. Gerardo Dottori sarà l’artista futurista che più di ogni altro celebrerà la persona del duce, con veri e propri trittici, alla stregua delle pala d’altare.

Una continuità storica e artistica con il futurismo italiano, la troviamo in Russia. Il loro movimento nacque tra il 1911 e il 1912 ad opera di Michail Larinov. Le idee sociali e storiche saranno molto simili, fondate sulle ideologie italiane, invece dal punto di vista artistico si avvicineranno di più all’espressionismo tedesco e al movimento dei “fauves” francesi.

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