Sangue a Londra: cappa di paura sulle celebrazioni di Roma

-di VALENTINA BOMBARDIERI-

Ancora sangue e terrore a un anno esatto di distanza dall’attentato all’aeroporto di Bruxelles. Alle ore 14.40 (le 15.40 ore italiana) un’auto a Londra ha travolto diversi passanti sul ponte di Westminster per poi finire la folle corsa sulla cancellata che cinge il palazzo del Parlamento, il luogo simbolo della più antica democrazia dell’era moderna..

Dalla macchina, una suv della Hyundai, è sceso un uomo armato di un coltello di circa 15 centimetri che ha tentato di entrare nel cortile ferendo a morte un poliziotto prima di essere ucciso dalle forze dell’ordine. I morti risultano essere quattro, compreso l’attentatore. Circa venti i feriti, tra di loro anche tre studenti del liceo Saint-Joseph di Concarneau, in Bretagna. Una donna è stata recuperata dalle acque del Tamigi, ferita ma in vita: si era lanciata nel fiume per evitare di essere travolta.

I sostenitori dell’Isis stanno celebrando sui propri network l’attacco di Londra: «Sangue al sangue», affermano, parlando di «vendetta» per i bombardamenti britannici su Mosul.

L’attentato di oggi è l’ultimo di una lunga serie di attacchi avvenuti nella capitale britannica, il più tragico risale al 7 luglio 2005. Erano i tempi in cui il terrorismo islamista si identificava con Al Qaeda. Allora una serie coordinata di attacchi suicidi portati a compimento da quattro terroristi britannici uccise 52 persone, ferendone oltre 700. E la prima ipotesi circa l’identità dell’attentatore rimbalzate da Israele e che il Jerusalem Post aveva rilanciato sostenendo di aver avuto conferma da fonti decisamente credibili, finiva per rimandare proprio a quegli attentati.

Stando a quell’ipotesi (non confermata), infatti, l’attentatore era un britannico che si era convertito all’Islam una quarantina di anni fa: un personaggio notissimo agli investigatori poiché in cima alla lista degli estremisti più pericolosi. Trevor Brooks aveva cambiato il suo nome in Abu Izzadeen. L’uomo gravitava intorno alla moschea di Fixbury Park a Londra, la stessa a cui facevano riferimento gli attentatori del 2005. Quella moschea era diventato un centro di aggregazione di pericolosi estremisti attraverso le predicazioni di Omar Bakri e Anjem Choudary, sostenitori così dichiarati di Al Qaeda che adesso soggiornano in un carcere libanese e britannico. Ovviamente dopo il tramonto di Al Qaeda, avevano abbracciato la “causa” dell’Isis. Izzadeen è stato il portavoce dei gruppi fondati dai due predicatori (Al Ghurabaa e Al Muhajiroun). Per questa sua attività aveva trascorso cinque anni nelle patrie galere venendo rilasciato nel 2009. Avvicinatosi all’Isis aveva provato a raggiungere la Siria, senza riuscirvi. Le modalità dell’attentato di oggi ricordano quelle di Nizza e di Berlino: in quei casi l’arma era stato un camion, un segnale evidente che il terrorista, al di là dell’identità (l’ ipotesi israeliana non solo non ha trovato conferma, ma ha ricevuto pure una secca smentita: Brooks sarebbe, infatti, in carcere), era uno di quei lupi solitari “allertati” dalla propaganda dell’Isis.

Non si sono fatti attendere i messaggi di vicinanza. «L’Italia è vicina al popolo e al governo britannico di fronte all’attacco che ha colpito il cuore di Londra e delle sue istituzioni democratiche. Esprimo le condoglianze del governo italiano e le mie personali ai familiari delle vittime e la vicinanza ai feriti. Italia e Regno Unito sono fianco a fianco nella condanna e nella ferma risposta contro ogni forma di terrorismo». Le parole del presidente del consiglio Paolo Gentiloni.

La cancelliera tedesca Angela Merkel ha dichiarato: «Anche se le circostanze di questo atto devono ancora essere chiarite con precisione, confermo a nome della Germania e dei suoi cittadini: nella lotta contro ogni forma di terrorismo siamo fermi e decisi al fianco della Gran Bretagna. In queste ore sono solidale con i nostri amici britannici e con tutte le persone a Londra».

Donald Trump ha telefonato a Theresa May per condannare l’attacco di oggi e offrire l’assistenza degli Stati Uniti nelle indagini. «Un luogo simbolo della democrazia è stato colpito. La Francia è pronta a fornire il suo sostegno» alle autorità di Londra: ha detto il neo ministro dell’Interno francese, Matthias Fekl. Proprio la leader britannica era stata immediatamente trasportata in un lugo sicuro per metterla al riparo da eventuali attachi. L’attentato giunge in un momento particolare: il fine settimana sarà dedicato alle celebrazioni del Trattato di Roma. Il sangue di Westmister alza inevitabilmente la tensione e il livello di allarme anche perché nella Capitale sono attesi numerosi capi di stato e di governo.

 

Valentina Bombardieri

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