Ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, davanti a un’aula parlamentare gremita, celebrando il sessantesimo anniversario del Trattato di Roma, ha sottolineato la deriva intrapresa burocratica dell’Europa e sollecitato atti coraggiosi per riavvicinare quello che un tempo era un ambizioso progetto, non solo alle idee dei padri fondatori ma soprattutto alle attese dei cittadini. Ci vogliono atti di coraggio. Il primo potrebbe compierlo la politica italiana provvedendo a cancellare quel “mostro” giuridico partorito dal parlamento sotto la pressione dell’Unione Europea, dell’allora presidente del Consiglio, Mario Monti, e di una sinistra silenziosa e disattenta, all’epoca interessata quasi esclusivamente ad allontanare Silvio Berlusconi da Palazzo Chigi.
In quei giorni Stefano Rodotà, che poi ha anche promosso una legge di iniziativa popolare per favorire l’abrogazione del pareggio di bilancio introdotto con una variazione costituzionale (passata quasi sotto silenzio), commentò la decisione così: “Con una battuta tutt’altro che banale si è detto che la riforma dell’articolo 81 ha dichiarato l’incostituzionalità di Keynes. L’orrore del debito è stato tradotto in una disciplina che irrigidisce la Costituzione, riduce oltre ogni ragionevolezza i margini di manovra dei governi, impone politiche economiche restrittive”.
Se la strada che porta alla nuova “città del sole” (secondo la “dottrina Merkel”) è quella di un’Europa multiforme dal punto di vista della velocità, è evidente allora che i governi, dal punto di vista dei margini di manovra a cui faceva riferimento Rodotà, devono recuperare una certa libertà d’azione. L’obiettivo può essere raggiunto in una sola maniera: abolendo il vincolo, riportando l’articolo 81 alla sua originaria versione, ripristinando principi corretti di diritto costituzionale travolti dalla pressione europea e dal volenteroso sostegno di presidenti del consiglio tanto sensibili alle lusinghe di Bruxelles da accettare anche le soluzioni decisamente poco condivisibili, dal punto di vista pratico e da quello giuridico.
infatti.è qualcosa di grande l’Europa.i paesi più importanti e tecnologicamente più avanzati sono riusciti a vivere in pace cercando di abbattere i pregiudizi.gli uni verso gli altri europeisti di tutto il mondo uniamoci