-di GIULIA CLARIZIA-
Liegi. Un uomo di bronzo fuma la pipa a Place Saint- Lambert. È George Simenon, scrittore tra i più prolifici e tradotti del XX secolo, venuto a mancare nel 1989.
Nacque in una casa in rue Léopold, al numero 26 (ora diventato il 24) a pochi minuti dalla panchina dove oggi siede accogliendo i passanti. Alla fine della via appare la Mosa. Attraverso il Pont des Arches si arriva al quartiere Otremeuse, dove Simenon trascorse gran parte della sua vita a Liegi. Proprio questo ponte ha dato il nome al suo primo romanzo, Au pont des Arches, pubblicato nel 1921.
L’anno successivo, nel fiore della gioventù, lo scrittore lasciò la sua città natale per scoprire la ben più frizzante vita artistica di Parigi. Ciò nonostante, egli dichiarò di non aver mai smesso sentirsi un Liégeois. Questo sentimento si riflette nei suoi romanzi, dove i richiami ai luoghi della gioventù sono frequenti.
Si ipotizza che lo stesso commissario Maigret, protagonista di oltre 60 romanzi polizieschi e senza dubbio il più celebre personaggio inventato da Simenon, sia stato ispirato da Arnold Maigret, poliziotto di Liegi ai tempi in cui Simenon da adolescente lavorava per La Gazzette de Liège. Oggi il suo nome si può leggere su una targa commemorativa sulla facciata dell’hotel de ville, tra le vittime della seconda guerra mondiale. Egli infatti è morto, deportato, nel 1945.
E se Simenon non ha mai dimenticato la sua Liegi, vale anche il contrario.
Per celebrare il centesimo anniversario della nascita dello scrittore, nel 2003, è stato inaugurato un percorso a 28 tappe in cui gli appassionati possono ritrovare i luoghi dello scrittore, sia per quanto riguarda gli aspetti biografici, sia letterari.
Si parte proprio da Place Saint-Lambert, dove si sono incontrati i genitori di Simenon ma anche dove lui ha comprato la sua prima pipa, oggetto che non si può fare a meno di associarglisi. Poi la casa dove è nato, quella in cui ha vissuto (la cui via oggi ha preso il suo nome), la chiesa dove la sua famiglia era solita andare, la scuola. E ancora, semplicemente, le strade che egli percorreva abitualmente, come “la passerella”, ponte pedonale che ancora oggi collega Otremeuse al centro della città. Lì, in una notte come tante e un po’ ubriaco, Simenon avrebbe detto all’amico Lafnet:” A quarant’anni sarò ministro o accademico”.
Per quanto riguarda i luoghi dei suoi romanzi, si può vedere ancora oggi l’insegna de L’Âne rouge, antico cabarè dove è ambientato l’omonimo romanzo del 1932, oppure l’Église Saint-Pholien, dove si verificò il tragico episodio che ha inspirato Le pendu de Saint-Pholien. Lì infatti, il figlio del diacono una mattina trovò un uomo impiccato.
È passato quasi un secolo da quanto George Simenon ha lasciato la città di Liegi, dove si è sentito troppo stretto. Nonostante ciò, grazie alla sua fama e alla sua scrittura brillante, tutte le tracce che egli ha lasciato nella città sono oggi ben segnalate e facilmente ripercorribili per rendere omaggio a uno scrittore che ha portato alto non solo il nome di Liegi, ma di tutto il Belgio.