Oerlikon Graziano, licenziato perché ammalato e trapiantato

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L’azienda non è di quelle che ama rispettare le regole indicate nelle norme e quelle previste dal buon senso. Ma ora nell’Italia che con la “tassa a prezzi di saldo” richiama ricchi stranieri, la Oerlikon Graziano apre un’altra pagina “nera” del suo libro sui rapporti umani con i lavoratori prima ancora che sindacali, licenziando un dipendente colpevole soltanto di essersi sottoposto (perché ammalato di cancro) a un trapianto di fegato e ora, a parere dell’azienda non più in grado di svolgere le sue mansioni. Antonio Forchione rientrando in fabbrica dopo otto mesi è stato accolto non con un sorriso ma una raggelante comunicazione. Perché l’azienda metalmeccanica di Rivoli (Torino) in questi casi non usa giri di parole. Dice Forchione: “Mi hanno fatto una visita e mi hanno dichiarato inabile, mi hanno costretto a tre settimane di ferie forzate e poi lunedì scorso mi è arrivata la lettera di licenziamento”.

La Oerlikon non è nuova a queste iniziative poco rispettose dei lavoratori. A novembre dello scorso anno, nella stessa fabbrica, sia nella sede di Rivoli che in quella di Bari, era apparsa una comunicazione: “Le pause fisiologiche individuali effettuate dai lavoratori addetti direttamente o indirettamente alla produzione diventano collettive”. Insomma, in bagno tutti insieme appassionatamente. Il caso aveva avuto, però, una coda che in qualche maniera anticipa la vicenda di Forchione. Perché all’azienda era andato di traverso la denuncia della “pipì” collettiva e, così, aveva deciso di liberarsi del rappresentante sindacale che aveva denunciato l’offensiva disposizione. E così a Massimo Paparella, esponente del direttivo provinciale della Fiom barese, era arrivata una lettera non molto dissimile da quella recapitata al suo collega piemontese: “Con la presente le comunichiamo che a seguito degli accertamenti sanitari cui è stata sottoposta, abbiamo preso atto della sua sopravvenuta e stabile inidoneità fisica allo svolgimento delle mansioni specifiche assegnate. Pertanto nostro malgrado siamo costretti a interrompere il rapporto di lavoro”. Medesima iniziativa era stata presa nei confronti di un altro sindacalista.
Forchione ha deciso che denuncerà l’azienda e c’è da sperare che i giudici facciano giustizia anche per porre un’argine a una azienda che ha ampiamente dimostrato di non avere alcun rispetto per la dignità delle persone. Ieri per solidarietà Fiom, Fim e Uilm hanno dichiarato uno sciopero di due ore su tutti i turni. Hanno aderito i lavoratori di tutte le sedi (1500 in tutta Italia e 700 solo a Rivoli).

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