La mafia dal balcone di casa Angeli

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Una storia di coraggio quella della giornalista de “la Repubblica”, Federica Angeli che ha denunciato con i suoi articoli l’inquinamento mafioso di Ostia. Nonostante le intimidazioni lei è rimasta a vivere nel quartiere del litorale perché, come ha sottolineato, come loro, i vari capibastone che dominano in quella zona, sono per lei un fastidio, allo stesso modo lei intende essere un fastidio per loro. La Fondazione Nenni ha premiato Federica con il Premio Nenni il 24 Maggio 2016 “per aver dimostrato con coraggio che la professione giornalistica può rappresentare anche una testimonianza di valori civili essenziali”.

“Oggi sul Blog Mafie di Attilio Bolzoni ci sono io. E ho scelto di raccontare così la mafia. Così come ho dovuto raccontarla ai miei figli”. Queste le parole di Federica Angeli che precedono questo articolo. Le parole con cui Federica ha spiegato la mafia ai suoi figli le riportiamo ai nostri lettori, convinti che la mafia si può sconfigger, insieme. Insieme a Federica e insieme a tutte quelle persone che combattono ogni giorno e certi che la principessa Penna avrà il lieto fine che si merita. 

-di FEDERICA ANGELI*-

“Mamma, ma perché vengono sotto il nostro balcone a gridare “Infame, gli infami muoiono? Ma chi sono, cosa vogliono?”.

Difficile spiegare la mafia a tre bambini. Una mamma ha il dovere di far sognare i proprio figli il più a lungo possibile. Ma la scelta di combattere la malavita in un quartiere di Roma, Ostia – dove per anni il buio e il disinteresse delle istituzioni hanno permesso ai clan di diventare potenti e di ribaltare le regole del vivere civile e l’esistenza di una cittadina – ormai è stata presa. Ed è impossibile, quando si vive con quattro carabinieri armati al tuo fianco dalla mattina alla sera, nascondere ai propri figli le conseguenze di quella scelta. E soffocare anche quelle grida sotto il nostro balcone quasi ogni sera, da mesi ormai. Grida che dicono che prima o poi la pagherò. E’ questo è il mostro che stiamo combattendo. A Ostia e dentro la mia famiglia.

Una favola. Ecco come raccontarlo ai figi, con una favola.

«C’era una volta una mamma, la principessa Penna, che ha deciso di dire basta al Male. Mister Mafia era il signore che governava una piccola città sul mare, Ostia, e tutti dovevano fare quello che voleva lui. I negozianti dovevano pagare a lui soldi ogni mese altrimenti la bottega andava a fuoco. Se Mister Mafia sceglieva di avere uno stabilimento balneare, lui doveva averlo. Chiunque tentasse di fermarlo la pagava cara: anche con la vita. Un bel giorno la principessa Penna decise di raccontare a tutti quello che Mister Mafia e i suoi amici facevano e, da quel momento, per loro sono iniziati un po’ di guai. I magistrati hanno cominciato a indagare su di loro e a farli arrestare, in giro si parlava solo di loro e non c’era più un affare che potessero portare a dama senza finire sul giornale. La principessa Penna venne affidata alla cura di quattro Cavalieri con la pistola, per tenere al sicuro lei e i suoi tre bambini. Nessuno poteva farle più del male, il prezzo da pagare era “solo” quello di non avere più libertà e qualche dispettuccio la notte, come gli insulti sotto il balcone o la benzina sulla porta di casa».

“Ma la favola come finisce mamma? Chi vince alla fine?”.

La fine della nostra favola la scriveremo insieme, nel frattempo continuiamo a lottare.

* Articolo tratto dal “Blog Mafie di Attilio Bolzoni” (La Mafia dal balcone di casa mia-http://mafie.blogautore.repubblica.it/2017/02/la-mafia-dal-balcone-di-casa-mia/?ref=HROBA-1)

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