Morto Churkin, “estremista” di Putin all’Onu

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-di MAGDA LEKIASHVILI-

Il 21 febbraio doveva compiere 65 anni, però un giorno prima del suo compleanno l’ambasciatore russo alle Nazioni Unite Vitaly Churkin è morto. È stato ritrovato a New York nel suo studio. Causa della sua scomparsa è stato un attacco cardiaco. Il diplomatico, che rappresentava la Russia alla Onu dal 2006, era un “guerriero” e uno strenuo difensore della politica russa. In particolare, degli intensi bombardamenti sulla città siriana di Aleppo del’anno scorso, per eliminare i ribelli che si opponevano al presidente Bashar al-Assad. Al riguardo Churkin davanti ai suoi collegi aveva affermato che i bambini di Aleppo venivano coperti di polvere, al fin di essere presentati come le vittime dell’offensiva.

La sua ultima riunione al Consiglio di Sicurezza a dicembre, ancora durante l’amministrazione di Obama, era terminata con uno scontro piuttosto teso con l’ambasciatrice americana Samantha Power proprio sulla tema della Siria. Power attribuiva alla Russia la responsabilità del fallimento degli sforzi della Croce Rossa Internazionale e delle Nazioni Unite tendenti ad evacuare Aleppo ed evitare che i civili fossero le vittime predestinate dello scontro tra le diverse milizie. La risposta di Churkin fu semplice e anche piuttosto irridente: “Come se lei fosse Madre Teresa”.

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